
Qualche giorno fa la ministra del lavoro, Marina Elvira Calderone, ha dichiarato al Forum Confcommercio che probabilmente oggi in Italia abbiamo circa un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire.
Mancano i lavoratori del turismo
Nell’era post-pandemica, le aziende italiane sono alla ricerca di centinaia di migliaia di profili. Si cercano lavoratori con le giuste competenze per soddisfare le esigenze produttive; candidati ideonei per occupare posti in industrie fondamentali per il nostro paese, come ad esempio quella turistica, quella meccanica e meccatronica. Il turismo post-pandemico ha toccato cifre da record. Eppure, mancano operatori specializzati, in grado di far fronte alla crescente, e sempre più esigente, domanda che riguarda il nostro paese. Anche il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha ribadito che servono oltre mezzo milioni di lavoratori in ambito turismo e commercio, confermando che mancano lavoratori con le giuste competenze.
Servono tecnici specializzati
Allo stesso modo sembrano introvabili profili tecnici specializzati, ad esempio informatici, progettisti, manutentori, meccatronici, saldatori, ingegneri. Mancano le competenze e il mondo del lavoro ha un disperato bisogno di lavorare a stretto contatto con il mondo della formazione. Deve esserci dialogo tra chi forma le competenze e chi genera il bisogno di quelle stesse competenze.
Il mondo dell’istruzione
Le scuole e le università italiane devono adeguare i propri percorsi di studio, per essere al passo con il mondo del lavoro. Serve continuare ad investire sullo sviluppo di materie attuali. Tra queste, lo studio del digitale, della sostenibilità e dell’innovazione. Ma anche corsi sulla gestione dell’intelligenza artificiale, sul rapporto uomo-macchina, e sulla gestione delle risorse umane in ambienti sempre più complessi. Oltre che favorire lo sviluppo di nuovi percorsi di laurea, l’Italia deve continuare ad investire sugli Istituti Tecnici Superiori (ITS), le scuole del sistema duale, che prevedono un anno di studio e uno di lavoro. Gli ITS sono ancora troppo pochi nel nostro paese, soprattutto se si fa il paragone con la vicina Germania, che ogni anno immette nelle fabbriche centinaia di migliaia di operai e tecnici specializzati.
Cercasi lavoratori
Infine, al Forum di Confcommercio è stato ricordato che ancora oggi molti italiani sono fuori dal circuito lavorativo. Siamo ancora tra i primi in Europa per il lavoro in nero, e per numero di lavoratori poveri, ossia persone impiegate per poche ore a settimana, o per pochi mesi l’anno. L’Italia ha bisogno di formare competenze e di immettere nel mercato occupazionale lavoratori a tempo pieno, con stipendi adeguati e tutele contrattuali.