
I nuovi dati Eurostat mostrano uno scenario occupazionale drammatico, sicuramente peggiorato anche a causa della pandemia.
I peggiori tassi occupazionali in Europa
In particolare, Sicilia, Campania, Calabria e Puglia occupano i primi posti nella UE per peggior tasso di occupazione. Gli occupati sono il 41,1% in Sicilia, il 41,2% in Campania, il 42% in Calabria e il 46,7% in Puglia, contro una media europea del 68,4% e una media nazionale del 58,2%. La Grecia rimane il paese europeo con la peggiore disoccupazione ma il problema italiano sta nelle profonde e antiche disparità tra nord e sud. Il tasso di occupazione di una città come Bolzano supera ampiamente il 70%, mentre crolla drammaticamente nelle città del sud.
La disoccupazione femminile nel sud Italia
La situazione peggiora decisamente quando si parla di lavoro per le donne. L’occupazione femminile è pari al 29,1% in Sicilia e Campania, e al 30,5% in Calabria. Pensiamo che in Finlandia questo tasso arriva a superare l’83%. Inoltre, come detto più volte, il lavoro delle italiane è spesso un lavoro part time e povero, soprattutto al centro-sud. Nel nostro paese il tasso occupazionale delle donne è basso anche per le laureate. Se in Europa l’82,5% delle giovani con laurea ottiene un lavoro, da noi la percentuale scende al 76,4%.
Quasi il 40% dei giovani del sud senza lavoro
Il problema del lavoro in Italia resta fondamentale nonostante la ripresa post-emergenza covid, così come restano da risolvere le grandi differenze tra il nord e il sud Italia. Ma al tempo stesso, facciamo notare ancora una volta che una buona parte dei giovani di questo paese resta esclusa dal mercato del lavoro e serve comprendere le ragioni. Le quattro regioni mostrano dati preoccupanti circa l’occupazione giovanile. Nel 2021 quasi il 40% dei giovani in Sicilia, Campania e Calabria era senza lavoro.
Adeguare i sistemi formativi, gestire i cambiamenti
Si tratta di disagio giovanile? Oppure di un sistema educativo e scolastico che fa fatica ad adattarsi ai cambiamenti? Il mondo lavorativo e professionale vede continuamente la nascita di nuove figure, necessita di skills tecniche innovative e attitudini trasversali e comportamentali. Solo questo mix di competenze può permettere agli individui di fronteggiare le sfide che si prospettano. I lavori del futuro hanno a che fare con l’interazione uomo macchina, con le nuove tecnologie, ma anche con l’abilità di risolvere problemi, di gestire lo stress e adattarsi velocemente ai cambiamenti.
Foto di Tatiana Rodriguez su Unsplash
Adeguare i sistemi formativi, gestire i cambiamenti:
Condivido quanto esposto nel paragrafo, agli interrogativi risponderei che il disagio giovanile, a mio avviso, è condizionato, anche, dall’ambiente socio economico; il sistema scolastico-educativo fa fatica più o meno come in tante parte d’Italia. Un problema serio, sempre a mio avviso, è la mancanza di un numero di industrie in grado di supportare il sistema educativo, la scarsità di industrializzazione rende difficile le interazioni fra i sistemi e la diffusione di
skills tecniche innovative e attitudini trasversali e comportamentali.