
Con il nuovo anno, torna il problema del mistmach di competenze. Parliamo del disallineamento tra le competenze e le conoscenze richieste dalle aziende, e la formazione proposta dal mondo dell’istruzione. Anche nel 2022 le aziende hanno il problema di trovare profili idonei alle proprie esigenze, in particolare figure con competenze innovative e tecnologiche.
Cresce il mondo delle tecnologie
ll rapporto di Unioncamere, Anpal, Sistema Informativo Excelsior del 2020 mostra le previsioni fino al 2025, ed illustra in che modo è destinato a crescere il mondo del lavoro. Neppure a dirlo, il settore informatica e telecomunicazioni rappresenta l’area con la crescita annua più importante nell’arco dei prossimi anni. In particolare, nell’ambito della tecnologia, il settore della robotica e della meccatronica sembra essere la divisione di punta. Ma la tecnologia, dice la relazione, sta già avendo e continuerà ad avere un’influenza sul settore della consulenza. Servono profili innovativi anche in questo ambito, l’esempio della cyber security ce lo insegna.
Il mismatch digitale
Le competenze digitali sono tra le skills più importanti per il mondo del lavoro. Tuttavia, l’Italia resta ancora indietro rispetto agli altri paesi europei. L’indice DESI (Digital Economy and Society Index) del 2021 colloca l’Italia al ventesimo posto in Europa per lo sviluppo delle competenze digitali. Un balzo in avanti importante dal 2020, quando il nostro paese era al posto n.25, ma i dati dicono che il nostro mismatch digitale è ancora molto alto.
Donne e competenze STEM
Il mismatch di competenze resta particolarmente elevato soprattutto per le donne, e questo acuisce il gender gap: l’Italia si trova solo al posto n.76 secondo il World Economic Forum. Manca la partecipazione delle ragazze alle materie STEM. Solo il 28% delle studentesse sceglie gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) e solo il 18,9% delle laureate si iscrive ad una facoltà scientifica. Questa mancata presenza femminile in ambito STEM non fa altro che favorire la disparità uomo donna.
Il valore della formazione continua
Ma la questione mistmatch non riguarda solo le donne o soltanto i giovani, che entrano per la prima volta nel mondo del lavoro. Questo disallineamento di competenze interessa anche i lavoratori adulti, che da anni si trovano nel mondo occupazionale, e che devono restarci ancora per molto. Proprio a questo serve la formazione continua, a colmare quelle lacune che i lavoratori e professionisti italiani presentano nel mondo del lavoro attuale. L’adult learning nel nostro paese, secondo il rapporto OCSE del 2019, è cresciuto del 133% tra il 2007 e il 2016. Tuttavia, questo non è abbastanza, secondo l’OCSE, che indica che solo due lavoratori su dieci fanno effettivamente formazione continua in Italia. Un dato che corrisponde alla metà della media in area OCSE.
Come ridurre il mismatch?
In conclusione, serve investire in formazione continua per quanto riguarda i lavoratori già occupati. Ed occorre indirizzare i giovani verso le discipline STEM, sia in università che negli Istituti Tecnici Superiori (sistema duale). Solo in questo modo l’Italia potrà ridurre il proprio mismatch di competenze ed avere tecnici, operai specializzati, ingegneri, lavoratori con competenze innovative e digitali.
Foto di Marvin Meyer su Unsplash