
La robotica contribuisce ad un presente irto di pericoli, ma certamente anche prodigo di opportunità. E la differenza la fanno le risposte alle sfide cui tutto il sistema della società mercato viene chiamato, e che riguardano in un modo o in un altro ognuno di noi. L’interpretazione che daremo di questa incredibile evoluzione tecnologica e culturale, come persone, sistema e intera razza umana, determinerà l’effettivo risultato, manifestando paradisiaci auspici o oscure distopie.
Un punto cruciale
Probabilmente stiamo vivendo l’ultimo momento storico in cui l’intelligenza umana, anche se già surclassata dal punto di vista computazionale da quella artificiale, ne governa ancora totalmente lo sviluppo, e primeggia in ambiti semantici, immaginativi, emotivi. I prossimi passi potrebbero infatti segnare l’avvento di sistemi in grado di riprogrammarsi autonomamente. Questo potrebbe concepire logiche che non saremmo più in grado di comprendere, e di cui sicuramente faticheremmo a prevedere gli sviluppi.
Buongiorno cyborg
Fantascienza o futuro prossimo? Biorobotica, biotecnologie, sensori biometrici di ultima generazione. La diffusione di questo tipo di tecnologie e strumenti sta determinando un rapido incremento delle potenzialità di osservazione e trasformazione della vita, anche degli esseri umani. Modificazioni fisiche, integrazioni cognitive, cambiamenti emotivi, sono già realtà. E si svilupperanno molto velocemente, aprendo a scenari di programmazione e automazione biologica prima impensabili. L’epoca del transumanesimo è iniziata. Per quanto le sue chimere rimarranno fantasia staremo a vedere.
Robotica ed etica? Chi l’avrebbe mai detto
L’automazione pare distruggere il lavoro, o perlomeno trasformarlo, consumando inesorabilmente i fondamenti su cui si è retto in età moderna. Allo stesso tempo però questa ondata innovativa esalta alcuni costrutti prematuramente accantonati. Tra questi, senso, creatività, sentimento, emozione. Questi sono i limiti, ma anche le prospettive, di questa nuova intelligenza aumentata. Non ci credete? Ad esempio la filosofia non è mai stata così pratica, l’etica mai così concreta. Chi è responsabile dell’operato di un robot? È opportuno delegare ad automi la cura degli anziani o dei bambini? Devono essere di proprietà di qualcuno? E di chi è la colpa nel caso arrechino danni? È giusto permetterne un uso da compagnia? In che relazione devono essere con noi umani? Diritti e doveri? E la domanda più gettonata, nell’affrontare una collisione la vostra automobile intelligente chi deve sacrificare tra voi che ci siete dentro e quel gruppo di passanti? Queste domande rinnovano la centralità dell’etica, valorizzano immaginazione ed intelligenza emotiva. Alimentano una visione armonica di intelligenze umane e artificiali, ripristinano la convergenza tra scienza, cultura e arte.
Altrimenti cosa?
Ed infine la domanda più gravosa. Se i robot avranno consapevolezza di sé dovremo seguitare a ritenerli oggetti? Altrimenti cosa?
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