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Post-Covid e professioni, la rivoluzione del lavoro

lavoro post covi

di Serena Selvarolo

Il Covid-19 si è abbattuto sul mondo intero in poche settimane, cambiandolo per sempre. Una vera e propria rivoluzione che ha investito tutti gli aspetti della nostra vita economici, sociali e ambientali, costringendoci a modificare le nostre abitudini quotidiane e, per i più fortunati, anche quelle lavorative. Sì perché non tutti gli italiani hanno potuto adattare il proprio lavoro allo smart working o meglio, al “lavoro da casa”. C’è chi è stato costretto a doversi fermare anche professionalmente perché messo in ferie forzate o in cassa integrazione, ma c’è soprattutto chi invece non ha mai smesso di scendere in campo. Le professioni sanitarie in primis combattono il nemico invisibile in prima linea, rischiando ogni giorno il bene più grande. Ci sono i lavoratori della GDO, quelli della logistica, i trasportatori e tanti altri professionisti legati ai diversi settori chiave che ci permettono di continuare a vivere, a mangiare, a curarci al sicuro dietro le nostre mura domestiche.

Il lavoro nel nuovo mondo distanziato

Nel nuovo scenario di questo tempo cristallizzato, alcuni trend hanno subito un’accelerazione fortissima diventando oggi imprescindibili. Lo stare a casa ha visto l’impennata del digitale che da strumento di evasione dalla realtà è oggi unica forma di contatto tra le persone che non vivono sotto lo stesso tetto, e anche unica possibilità di acquisto di beni di ogni genere grazie all’e-commerce. Soprattutto rappresentano la sola forma di apprendimento per milioni di studenti di ogni ordine e grado, grazie all’e-learning e alle piattaforme di didattica a distanza. Come per ogni evoluzione della specie, la capacità di adattamento è la skill che consente la sopravvivenza in condizioni esterne mutevoli, così la flessibilità e la capacità adattiva delle professioni digitali sta avendo la meglio e lo sarà anche nel prossimo futuro governato dal distanziamento sociale. Da qui a breve assisteremo ad un incremento di ricerche del personale per figure in grado di governare e analizzare i processi digitali guidando la trasformazione, come gli specialisti ICT, i programmatori, i data scientist etc. E ancora, professionisti della comunicazione e del digital marketing, come gli esperti di SEO e di E-commerce e i social media manager. Siamo stati catapultati in un nuovo mondo in cui la trasformazione digitale delle imprese e della PA è diventata urgente perché, l’innovazione dei sistemi che consentono a tutti di essere connessi e trovare soluzioni in modo efficace e snello, non può più attendere e va pianificata, pena l’esclusione sociale ed economica.

Le professioni sanitarie al centro

L’emergenza sanitaria ha prodotto un aumento esponenziale della domanda di professioni sanitarie per fronteggiare il virus, medici e infermieri sono stati richiesti ovunque. Una facoltà quella di Medicina e Chirurgia che ha da sempre annoverato un alto numero di studenti e altrettanto di laureati e che, per il prossimo anno accademico, manterrà l’accesso a numero chiuso con una previsione di aumento dei posti a disposizione delle matricole a circa 13.500 rispetto agli 11.568 del 2019. Un’altra figura sanitaria molto richiesta, sia nella fase emergenziale che in previsione della Fase 2 dalle aziende ospedaliere come dalle ASL e dai laboratori privati, è quella del Tecnico di laboratorio biomedico e le specializzazioni legate alla tele medicina. Usciti e provati dalla quarantena ci sarà inoltre una richiesta incrementale di fisioterapisti, osteopati e, presumibilmente psicoterapeuti, per cercare di far fronte allo stress e riprendere la forma psico-fisica adatta ad affrontare la nuova quotidianità.

La sicurezza in tutti gli ambiti

L’altro nodo è quello della sicurezza. La paura vissuta in queste settimane ha reso ancor più tangibile quanto delicata sia la nostra natura, generando un’attenzione per la sicurezza in tutti gli ambiti, dall’ambiente alla circolazione di persone e merci, dalle informazioni alla protezione dei dati per la costante connettività. Tutto ciò produrrà una richiesta maggiore di esperti in cyber security e, in generale, tutte le professioni specialistiche legate alla ricerca e sviluppo di soluzioni innovative sempre più healthy&safe, legate quindi alla sfera ingegneristica. L’aumento della domanda per la produzione e commercializzazione dei dispositivi di protezione individuali (DPI), ha visto la conversione di intere aziende e attività lavorative. Basta fare un giro sui social per rendersi conto di quante persone si stiano dedicando alla produzione e alla vendita di mascherine, soprattutto di cotone, lavabili e riutilizzabili. Inoltre, sta aumentando la proposta delle fashion mask che strizzano un occhio al lato estetico, considerando che per un po’ di tempo entreranno ufficialmente nel nostro outfit quotidiano. Risposta al cambiamento, flessibilità, resilienza, creatività, innovazione, sono queste le soft skills che la crisi ha fatto emergere. Solo chi saprà fonderle con le proprie competenze hard potrà fare la differenza sul nuovo mercato e trasformare questo periodo così buio in una grande e concreta opportunità di lavoro.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

OCL

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