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Smart working, da opportunità a necessità

smart working

di Serena Selvarolo

L’emergenza Coronavirus ha ridisegnato le modalità di vita e di lavoro quotidiane. La pratica dello smart working, o lavoro agile, è stata riconosciuta e raccomandata dal Governo come migliore soluzione per la prosecuzione delle attività per le realtà che possono applicarlo. Un approccio in grado di garantire alle aziende la redditività e perseguire l’obiettivo primario: ridurre al minimo i rischi e le possibilità di contagio. Lo smart working ha avuto una lenta gestazione fino a diventare effettivo in Italia nel 2017 (Legge n.81 del 22 maggio 2017). Oggi sono moltissime le aziende che lo hanno attivato per fronteggiare la crisi COVID-19 e ancor di più sono i dipendenti alle prese con questo forte e repentino cambiamento.

Alla ricerca di un nuovo equilibrio

Ci troviamo da giorni a fronteggiare un vero e proprio “stress test”, sia per la condizione di costrizione tra le mura domestiche, che per la rimodulazione del così detto work-life balance. Un nuovo equilibrio che dobbiamo riuscire a trovare, affrontando al meglio questa necessità, nata dall’opportunità che la tecnologia ci offre. Ci si chiede sempre più spesso quando passerà questo tempo liquido che ci vede costretti a casa, a rinunciare ad uscire se non per un’esigenza vitale.

Lo smart working è il futuro del lavoro?

Da una crisi si può sicuramente imparare molto. Può e deve essere l’occasione per ripensare le modalità di lavoro, sperimentando nuovi metodi e pratiche e, perché no, accelerare l’adozione di un nuovo paradigma culturale divenuto imprescindibile. Possiamo affermare che lo smart working aiuta la sostenibilità nei tre aspetti definiti dall’Agenda ONU 2030, economico, ambientale e sociale. Consente di abbassare le emissioni di CO2 nell’ambiente grazie alla riduzione degli spostamenti, garantisce un risparmio economico sulle postazioni di lavoro, permette un incremento della produttività, delle competenze digitali e una maggiore soddisfazione dei lavoratori nel conciliare vita privata e lavorativa.

Il lavoro agile segue l’evoluzione culturale

Sono tanti i datori di lavoro che in tempi di Coronavirus hanno dovuto fare i conti con le proprie reticenze culturali, sdoganando i falsi miti secondo cui il lavoro da casa sia un “non lavoro”. È così che si sono trovati a rivedere le proprie convinzioni, abbattendo il muro del “controllo” e implementando un valido sistema di deleghe per ottenere un efficace coordinamento da remoto, senza fermare l’operatività. Ancor di più sono i lavoratori che si stanno misurando con un nuovo approccio alle loro professioni. Il lavoro agile fa tremare i “furbetti del cartellino” premiando l’efficienza e i risultati raggiunti e non le ore passate davanti al computer. Consente di innovare il processo di valutazione delle performance del dipendente, con obiettivi a breve e medio termine, facilmente misurabili. Si fa strada così un rinnovato rapporto di fiducia tra azienda e dipendente basato sull’estrema chiarezza di compiti, responsabilità, definizione e attribuzione di obiettivi e indicatori di performance. Con le scuole chiuse e i bimbi a casa crescono le situazioni limite per molti lavoratori e lavoratrici in smart working. Una nuova sfida per i genitori italiani che devono cimentarsi contemporaneamente con le proprie attività, con la didattica a distanza, con i compiti dei bimbi, svolgendo, inoltre, tutte le incombenze domestiche richieste dal vivere in casa h24.

Regole per lavorare da casa

Ecco alcune regole da seguire per evitare che il work-life balance venga minato. Intanto, definire lo spazio di lavoro, scegliere un’area della casa in cui lavorare per determinare chiaramente routine e confini e aiutare la concentrazione. Scegliere un outfit: le abitudini quotidiane di prepararsi per andare in ufficio devono restare tali, pur se semplificate. Un abbigliamento comodo ma decoroso permette di entrare nel mood lavorativo e fare una distinguo con il tempo libero oltre a consentirci di essere pronti in caso di video conferenze. Programmare delle pause, in quanto aiuta ad allontanare lo stress e consente anche di svolgere brevi compiti casalinghi. Pianificare le attività, magari su una lavagna, permette anche la gestione dei più piccoli che potranno affrontare al meglio la loro giornata tra compiti, giochi e ora del pranzo. Sfruttare il tempo recuperato dagli spostamenti e dedicarsi al proprio benessere personale, rilassando corpo e mente, leggendo un libro o seguendo uno dei tanti corsi di ginnastica live sul web, aiuta l’equilibrio psico-fisico. Infine, staccare la spina, mantenere ben distinti gli orari del lavoro dal tempo libero così come il rispetto e la distinzione del sabato e domenica, è davvero essenziale sia per noi che per i bambini.

Come dire, non tutti i mali vengono per nuocere

Se prima di questo mese di marzo che tutto il mondo ricorderà, i dati dell’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano stimavano che in Italia a fine 2019, a fronte di oltre 23 milioni di occupati, solamente 570 mila, ovvero meno del 3% della popolazione totale, svolgeva il proprio lavoro da remoto, sarà sicuramente interessante vedere l’evoluzione del fenomeno, che auspichiamo possa dare nuova linfa vitale all’economia del nostro caro paese e aiutarne le sorti future.

Photo by Tran Mau Tri Tam on Unsplash

OCL

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