
di Giorgia Conte, Digital Marketing Manager
Lo storytelling è da molti considerato come una vera e propria arte. Molto spesso, infatti, ci si riferisce ad esso come all’arte dello storytelling. Si può concretizzare nel processo di utilizzare dati, fatti e narrazioni per comunicare con un’audience di utenti o spettatori. Lo storytelling richiede creatività, competenze e pratica, ma soprattutto una visione. Ogni storia, infatti, deve essere guidata da un’idea coerente con i valori ed il tono di voce della comunicazione utilizzati dall’azienda. Ad oggi, quasi tutti i brand hanno riconosciuto l’importanza di questa arte nelle loro campagne di marketing: essa ha la capacità di creare un rapporto unico con i propri utenti o clienti, e di fidelizzarli. Sono diversi i motivi per i quali molti marchi utilizzano la narrazione di storie.
Le storie semplificano i concetti
Molti brand preferiscono raccontare, attraverso storie concrete, concetti complessi e difficilmente comunicabili. Le aziende, specialmente quelle che devono presentare ai consumatori dei prodotti o servizi altamente tecnologici, hanno necessità di utilizzare riferimenti tangibili. Ad esempio, il brand Apple ha sempre utilizzato lo storytelling per presentare i suoi prodotti. In un famoso spot del 1998, quando non tutti i potenziali clienti avevano familiarità con i computer, Apple ha raccontato quanto fosse semplice, in soli tre passaggi, utilizzare il nuovo iMac.
Le storie creano rapporti
Grazie alle storie possiamo riconoscerci in un percorso, un’idea, un racconto. Valori comuni o condizioni simili legate a diversi aspetti della vita e del nostro passato, ad esempio, possono farci sentire vicini o simili a chi li racconta, creando un legame empatico. Ci sono alcuni brand, ad esempio, che utilizzano l’arte dello storytelling per parlare del tema della diversità. Raccontando storie di utenti o clienti di diverse etnie, generi o orientamenti sessuali, sono riusciti a far emergere la complessità delle loro vite e a creare una connessione con lo spettatore. Un esempio di campagna promozionale che è riuscita a raccontare storie emozionanti legate al tema della diversità è quella di Pantene. Per Natale 2019 ha realizzato una serie di spot nei quali raccontava le difficoltà di ragazzi transgender a rapportarsi con le loro famiglie in occasione del rientro a casa per le vacanze. Attraverso la narrazione delle storie di questi ragazzi, Pantene ha sponsorizzato i prodotti utilizzati per le acconciature, e ciò che essi rappresentavano nella loro identità di esseri umani. Secondo il blog di Hubspot, per creare uno storytelling valido si dovrebbero seguire sette passaggi.
1 Conoscere la propria Audience. Sapendo qual è la tipologia di utenza che leggerà o ascolterà la storia, si può comprendere quali sono gli argomenti di interesse, il tono di voce da utilizzare e i canali sui quali condividerla.
2 Definire il messaggio principale. Aldilà della lunghezza e della complessità, ogni storia deve basarsi su un messaggio radicato e chiaro.
3 Decidere quale tipo di storia si vuole narrare. Un racconto può ad esempio incitare all’azione, parlare delle proprie esperienze o di un avvenimento, o istruire riguardo ad un determinato argomento.
4 Definire una call-to-action. Ogni storia deve essere allineata all’obiettivo prefissato: se si vuole, ad esempio, convincere un utente ad acquistare un servizio, la call-to-action di riferimento deve essere visibile e chiara, ed indirizzare verso una modalità di acquisto.
5 Scegliere i canali. Sulla base dell’audience alla quale è rivolta la storia, è importante scegliere come e dove pubblicarla.
6 Creare: la storia può essere veicolata attraverso una grafica, un video, un articolo di blog, un post.
7 Condividere, attraverso strumenti digitali a pagamento, social media, o passaparola, il contenuto.
L’arte dello storytelling non è immediata: richiede tempo, competenze, ed empatia. Tuttavia, attraverso una campagna di marketing basata sul racconto e sui contenuti, i risultati possono essere decisamente soddisfacenti e portare ad una maggiore vicinanza con l’audience di riferimento.