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Non sappiamo più parlare l’italiano

lingua italiana grammatica

di Antonella Salvatore

Uno dei fenomeni più evidenti del declino culturale italiano è legato all’impoverimento della conoscenza della lingua italiana e della sua grammatica innanzitutto.

Il rapporto uomo-tecnologia

La prima ragione di questa “debacle linguistica e culturale” ha a che fare con lo sviluppo tecnologico. Ci accorgiamo ogni giorno di più che i whattsapp, i tweet e i post sono ricchi di errori grammaticali e mancano di tutte le giuste regole di punteggiatura. Post e tweet che hanno l’unico obiettivo di consegnare una sorta di messaggio il prima possibile o di rispondere e controbattere all’interlocutore. La rapidità della vita moderna in generale non sembra lasciare più spazio ai sostantivi e ai verbi correttamente coniugati. Ma anche il rapporto uomo-macchina e il modo di interagire con la tecnologia inizia a creare problemi soprattutto nelle nuove generazioni. Gli individui parlano oramai alle macchine domestiche, come Alexa e Siri, attraverso ordini e usando principalmente il modo imperativo della lingua italiana. “Alexa, suonami del jazz”, “Alexa, trovami la città di Canicattì”. Allora viene da chiedersi che cosa accadrà fra qualche anno quando i bambini di oggi diventeranno gli adulti di domani. Sarà l’imperativo l’unico modo conosciuto e veramente adoperato della lingua italiana?

Internet, la fonte di ricerca più usata

Inoltre, l’utilizzo dei motori di ricerca su internet, che ha sostituito quello delle vecchie enciclopedie, spinge molti studenti a fare studi veloci e approssimativi, lasciando da parte analisi e approfondimenti accademici che spesso sarebbero opportuni. Le scuole e le università devono già correre ai ripari visti i risultati di un apprendimento sempre più basato sulle nozioni invece che sulla conoscenza.

La grammatica italiana, questa sconosciuta

Ma a che punto siamo con lo studio della grammatica nel nostro paese?
Ce lo diranno accademici e studiosi riuniti presso l’Università degli studi di Padova, fondata nel 1222, dove si terrà un dibattito dal 13 al 15 febbraio sulla lingua del nostro Paese e sulle relative regole. Il titolo di questo convegno ci fa capire che molto sta cambiando in ambito linguistico: “La grammatica dell’italiano antico e dell’italiano moderno. Bilancio, nuove proposte e prospettive future”. Le prove Invalsi confermano la problematica a livello giovanile. I test somministrati agli studenti del nostro paese rivelano un declino della conoscenza della lingua e della grammatica italiana. Errori numerosi nell’uso dei tempi ma anche mancanza di proprietà di linguaggio, difficoltà a trovare sinonimi o parole di senso opposto. Infine, nella lingua parlata, i giovani dimostrano un intercalare povero, e spesso inappropriato, che accompagna brevi frasi di senso compiuto. Anche i PISA test dell’OCSE rivelano che gli studenti italiani sono i peggiori nell’area per quanto riguarda la comprensione di testi con concetti astratti. Certo viene da chiedersi allora come possono gli italiani imparare altre lingue se faticano a parlare persino la propria.

La mancanza di una cultura della lettura

Unitamente al problema della tecnologia, troviamo anche il fatto che gli italiani leggono sempre meno e lo dimostrano le chiusure delle librerie in Italia. Solo nelle ultime settimane a Roma hanno chiuso la libreria Arion e Feltrinelli International, entrambe del gruppo Feltrinelli. Se negli altri paesi le librerie chiudono in quanto aumentano i lettori di libri in formato digitale, da noi le librerie scompaiono per mancanza di cultura della lettura.

Per saper parlare occorre saper ascoltare

Non ultima, come causa dell’impoverimento della conoscenza linguistica, troviamo la scarsa capacità di ascolto degli individui, una competenza comportamentale che non si studia nelle scuole italiane. Per fare un esempio virtuoso, nel sistema di istruzione di alcuni paesi scandinavi è stato approvato l’insegnamento dell’empatia e della capacità di ascolto dell’altro. Per saper parlare occorre prima di tutto saper ascoltare.

OCL

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