
Il digitale rappresenta il principale driver di crescita e di trasformazione dell’economia mondiale dopo la globalizzazione. Rispondere a questo cambiamento significa accettare la sfida dell’evoluzione e le università hanno l’obbligo di stare al passo. Nell’ultimo Rapporto Anitec-Assinform sul digitale in Italia, si stima che il mercato digitale del nostro Paese, crescerà nel 2020 del 2,8% per arrivare al 3,1% nel 2021. Un processo continuo e inarrestabile cui non ci si può sottrarre e che premia imprese e singoli, in termini di strategie, produttività e competitività.
Colmare il gap tra domanda e offerta
«A fronte di una occupazione ICT in crescita annua del 2,4%, la forbice domanda offerta di competenze digitali continua infatti ad allargarsi e mancano 12mila laureati» (fonte http://ildigitaleinitalia.it/). È sufficiente farsi un giro tra gli annunci di lavoro delle aziende per capire quanto, le digital skills, siano richieste. Non è rilevante l’ambito, non parliamo solo di lavori altamente tecnologici dove il digitale è l’essenza stessa della professione in questione. Bensì, la richiesta di queste competenze è ormai ad appannaggio della maggior parte dei profili ricercati. Il digitale ha permeato le nostre vite, cambiandole, ha prodotto una trasformazione epocale tale da essere definita la terza rivoluzione industriale. La società si trova ad affrontare questo nuovo corso come una naturale tappa della sua evoluzione, ma possiamo dire altrettanto delle università? Il luogo per eccellenza che plasma i giovani preparandoli ad affrontare i cambiamenti di domani, di cui loro saranno protagonisti? La risposta è, non ancora abbastanza, ma e pur si muove.
La ricetta da seguire
Sulla base dell’orientamento di una società sempre più digitale, diventa primario il bisogno di una maggiore informazione e cooperazione tra aziende, scuola, università e ricerca, creando iniziative di sviluppo che favoriscano la creazione di talenti digitali a diversi livelli. Per far ciò le università dovrebbero puntare su alcuni aspetti. Intanto, aggiornare l’offerta formativa di quei curricula afferenti a professioni obsolete con nuovi corsi di laurea maggiormente in linea con quello che è chiesto dal mercato lavorativo. Inserire in tutti i piani di studi, percorsi più innovativi che offrano l’acquisizione di un mix di hard skills tecnologici e manageriali e soft skills, ovvero competenze di tipo relazionale e comportamentale necessarie per interfacciarsi nel mondo lavorativo. Ampliare l’offerta formativa in tema ICT accrescendo così l’attrattività sia delle lauree che dei diplomi superiori che preparano verso questi curricula. Aumentare la flessibilità di accesso ai corsi di laurea ICT e sostenere l’inclusione di genere nei percorsi STEM o informatici al fine di incrementare i laureati e abbassare il divario tra uomini e donne.
Rispondere al cambiamento
La digital trasformation ha portato tra le tante novità una necessaria abilità alla multidisciplinarietà, intendendo con essa una propensione ad integrare conoscenze specifiche con capacità e propensioni adatte (e sempre più richieste) a tutte le professioni. Le università italiane con maggiore visione, stanno rispondendo al cambiamento integrando nella loro offerta formativa quanti più digital enabler possibili, adattandoli ai vari percorsi e orientamenti di studi, con il fine di formare nuove figure professionali in grado di intercettare e intersecare i nuovi bisogni del mercato. Per digital enabler si intendono le tecnologie che sono alla base della digitalizzazione dei processi e dell’innovazione dei modelli distributivi e di produzione. Il trend del 2018 (fonte http://ildigitaleinitalia.it/) ha confermato la crescita in Italia dei seguenti principali digital enabler: IoT, Mobile Business, Cloud Computing, Cybersecurity, Big Data, Artificial Intelligence, Wearable Technology, Cognitive Computing, Piattaforme per la gestione web e Blockchain.
Tutte queste tecnologie possono essere applicate ai più disparati settori di mercato, permettendone innovazione e crescita. Appare quindi necessario applicare un approccio di sistema verso l’adattamento e la creazione, di percorsi universitari e post-laurea che guardino al digitale come leva trainante per il futuro, intendendo con esso sia quello degli atenei, sia quello di tutti i giovani dei quali hanno la responsabilità di formare.
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