
Turismo, maggiore occupazione e crescita economica
Aumentano le opportunità di lavoro nel turismo con nuovi profili professionali pronti a valorizzare occupazione e crescita economica. Il bilancio del settore economico è positivo registrando un andamento costantemente in crescita. A delineare questa situazione sono i dati contenuti nel 53° Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2019 a cura del Censis, nel quale emerge la straordinaria potenzialità dell’asset italiano del turismo. Se prendiamo in esame anche l’indotto del settore come bar, ristoranti, B&B, hotel, crescono le opportunità per nuove figure professionali da inserire nel mondo del lavoro. «Secondo il World Travel & Tourism Council, fra il 2017 e il 2018 il contributo diretto del settore – si legge nel Rapporto del Censis – al Prodotto interno lordo è aumentato dell’1,9%. Questo ha portato il valore economico realizzato a poco meno di 96 miliardi di euro. Non è da sottovalutare il contributo diretto in termini di occupazione. Sfiora il milione e mezzo di occupati nel 2017. Mentre per il 2018 è stato stimato un incremento dell’1,3%, dato questo che porterebbe a un aumento in termini assoluti di circa 20.000 unità. Nell’accezione più ampia il contributo alla formazione del valore economico da parte del turismo in Italia avrebbe raggiunto i 213 miliardi di euro nel 2017 (pari al 13,0% del Pil). Secondo le stime, avrebbe superato i 227 miliardi nel 2018, con una crescita dell’1,8%. L’occupazione ha rafforzato questo risultato con un incremento dell’1,4% fra il 2017 e il 2018. Il perimetro allargato del turismo include oggi 3.443.000 occupati».
Proiezioni del turismo nel futuro
Non dobbiamo immaginare il turismo soltanto come un momento di svago, perché l’asset economico comprende un indotto notevole che registra il profitto proprio con la presenza dei turisti. Pensiamo soltanto a ristoranti e hotel, è facile comprendere come sia fondamentale per lo sviluppo di numerose attività imprenditoriali che promuovono occupazione. «Le proiezioni a dieci anni del valore economico e dell’occupazione – si legge nel Documento del Censis – confermano le attese positive anche nel lungo periodo. Nel 2028, con un tasso di crescita medio annuale dell’1,9%, il contributo diretto potrebbe raggiungere i 116 miliardi di euro. Al tempo stesso, l’occupazione si posizionerebbe poco sotto la soglia del milione e 800.000 occupati (con un tasso medio annuo dell’1,75%). Se si aggiungono gli impatti indiretti e indotti delle attività turistiche, la creazione di valore nel 2028 potrebbe toccare i 267 miliardi di euro. Si svilupperebbe, nello stesso tempo, un’occupazione che coinvolgerebbe quasi 4 milioni di addetti del settore».
I comuni promuovono il turismo
Servono precise scelte economiche dedicate al turismo e focalizzate allo sviluppo dei territori perché sono potenzialmente ricchi di peculiarità e possono attrarre turismo, rappresentando a pieno titolo l’Italia in tutto il mondo. I borghi testimoniano una ricchezza originale e devono essere gestiti da personale qualificato residente in quelle località perché diventano “ambasciatori” inconsapevoli del territorio. Non dimentichiamo le ricchezze delle località perché sono un prezioso valore aggiunto da promuovere e da valorizzare. Gli operatori del settore devono unirsi e promuovere scambi per favorire occupazione e crescita economica delle loro imprese. Soltanto in questo modo è possibile costruire un network turistico dove l’accoglienza è garantita, favorendo un crescente aumento degli arrivi di turisti dovuto alle accortezze rivolte al soggiorno. «Intorno alla moltiplicazione dei prodotti turistici – si legge nel Documento del Censis – e delle destinazioni, diventa necessario costruire una strategia di potenziamento di tutti quei fattori che possono facilitare le vocazioni dei singoli territori. Questo senza pregiudicare le risorse che gli stessi territori offrono, soprattutto se di ordine ambientale e culturale. E senza incorrere nei rischi di saturazione e di un uso dissipativo dei luoghi. Secondo i Comuni italiani per costruire una strategia di sviluppo occorre mettere al primo posto la formazione di profili professionali specializzati nel turismo culturale e ambientale (45,5%). Nello steso tempo, serve prestare attenzione al ruolo delle infrastrutture immateriali (banda larga, ultra larga, wi-fi: 31,8%) e materiali (strade, porti, trasporti, eccetera: 31,8%). Le imprese turistiche mettono in risalto l’importanza della creazione di un brand di territorio (33,3%) e, comunque, della formazione specializzata /26.2%).
Le figure professionali del settore
Fra i profili professionali di maggiore interesse indicati dalle imprese spicca la guida oppure l’accompagnatore turistico con il più alto numero di segnalazioni (28,7%. Segue l’addetto al marketing (23,7%)». Il futuro economico dell’Italia, soltanto se bene gestito e opportunamente studiato, potrebbe diventare il turismo con le sue declinazioni territoriali. Non dobbiamo poi tralasciare le promozioni a livello internazionale con l’obiettivo di presentare quello potremmo definire il brand “Italia”.
Photo credits: Antonella Salvatore