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Information overload

information overload cognitivo

di Nicola Sapio

Information overload o sovraccarico cognitivo

Parliamo di sovraccarico cognitivo o information overload quando riceviamo troppe informazioni per riuscire a prendere una decisione coerente sulla quale focalizzare la nostra attenzione. A volte confondiamo la information overload con il cosiddetto paradosso dell’asino, apologo attribuito al filosofo Giovanni Buridano. “Un asino affamato e assetato è accovacciato esattamente tra due mucchi di fieno con, vicino a ognuno, un secchio d’acqua, ma non c’è niente che lo determini ad andare da una parte piuttosto che dall’altra. Perciò, resta fermo e muore”. In realtà i due fenomeni differiscono completamente in quanto il paradosso di Buridano è dovuto sostanzialmente all’incapacità di un individuo di fare una qualunque valutazione. Tutto questo indipendentemente dal quantitativo di informazioni a disposizione in una data situazione.

Quali sono le cause dell’information overload?

Una delle cause del sovraccarico cognitivo è riconducibile ai cosiddetti fenomeni del data smog o information glut, che la società moderna, con il relativo progresso tecnologico e la diffusione di internet, contribuisce senza dubbio al propagarsi, ma in cui non ne dobbiamo ritrovare l’origine. Tuttavia le moderne tecnologie, pur non essendo la diretta causa della nascita del sovraccarico cognitivo, grazie alle continue e rapide evoluzioni nei campi della comunicazione e nell’accesso all’informazione, contribuiscono al fatto che il fenomeno si diffonda in due direzioni: in modo capillare e ad ampio raggio. Richard Saul Wurman afferma che “l’edizione del week end del New York Times contiene più informazioni di quelle che, nell’Inghilterra del diciassettesimo secolo, una persona nella media avrebbe raccolto nell’arco di tutta la propria vita”. Emanuel Rosen, esperto nella gestione e nell’analisi dell’informazione, segnala che ognuno di noi, in quanto consumatore/cliente, viene esposto giornalmente a più di 1500 annunci pubblicitari; ognuno con le proprie peculiarità, richieste e, appunto, informazioni.

Siamo in grado di comprendere e ricordare tutti messaggi che ci arrivano ogni giorno?

A fronte di tutto questo è normale domandarsi come sia possibile riuscire a dare un senso a tutto quello che vediamo e ascoltiamo ogni giorno. La risposta è che, generalmente, “non lo facciamo”. Ci limitiamo a concedere sempre meno tempo all’analisi di ogni singola informazione con cui veniamo in contatto, arrivando a scartarne la maggior parte senza averla compresa. E quando questo processo di scrematura si esaspera oltre un certo limite, arriviamo appunto alla infomation overload. In un tale contesto, l’allontanarsi dagli eccessi delle moderne tecnologie dell’informazione, compiendo una sorta di ritorno alle origini, viene sempre più percepito come un passo verso una ritrovata pace dei sensi. Esperienze che puntano all’isolamento, relax o alla semplice ricerca del silenzio sono diventate sempre più frequenti diventando un vero e proprio trend.

Come evitare il sovraccarico cognitivo?

Ma siamo veramente sicuri che il sottrarsi al flusso dell’informazione rappresenti la strada migliore per evitare i rischi della information overload? E in campo educativo, quali possono essere le strategie da mettere in atto per evitare nei bambini il sovraccarico cognitivo ed un basso livello di attenzione? Parallelamente non possiamo dimenticarci che i bambini che frequentano la scuola contemporanea sono ineludibilmente dei nativi digitali. Smartphone, tablet, computer, gaming console, sono solo alcuni degli strumenti di IT e TLC con cui sono nati e con i quali presentano un grado di familiarità che le generazioni precedenti difficilmente potranno raggiungere.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

OCL

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