
L’Italia degli stanchi del rapporto OCSE
Presentato alcuni giorni fa Education at a glance 2019, l’ultimo rapporto OCSE sul sistema dell’istruzione nei diversi paesi dell’area. Lo studio, e il confronto tra i sistemi educativi dei 36 stati OCSE, fa emergere un quadro piuttosto sconfortante per l’Italia.
Crescono i giovani inattivi
Il primo dato che colpisce è quello relativo ai Neet tra i 18 e i 24 anni.
Siamo primi per numero di Neet (Not in employment in education or training) insieme a Colombia e Turchia. La percentuale dei giovani tra i 18 e i 24 anni, che non studia, non lavora e non si specializza in alcuna attività, risulta del 25%, contro una media del 14,3% nell’area OCSE. Quello su cui dobbiamo riflettere è che se la media italiana dei giovani Neet è pari al 25%, questo significa che in alcune regioni e comuni (centro-sud) il numero dei nullafacenti potrebbe raggiungere anche punte del 50%. Ma risultano in aumento anche gli inattivi tra i 25 e i 34 anni: il peggior dato dell’area OCSE.
Perderemo studenti e professori
Come se non bastasse, solo il 19% della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha una laurea mentre nel resto dell’area la percentuale sale al 37%. L’invecchiamento della popolazione italiana, e uno dei tassi di natalità più bassi del mondo, comportano altri due problemi significativi. Il primo: nei prossimi dieci anni perderemo la metà dei docenti, visto che il 59% di essi è over 50. Il secondo: nello stesso arco di tempo perderemo un milione di studenti, dato che siamo oramai la popolazione più vecchia del mondo.
I più bassi investimenti in istruzione
Col passare degli anni i nostri governi hanno continuato a ridurre l’investimento in istruzione. Oggi spendiamo il 3,6% del PIL e siamo ben lontani dalla media europea del 4,9%. Inoltre, siamo ancora tra gli ultimi in ambito innovazione e digitalizzazione. I nostri percorsi di studi scoraggiano i giovani, che spesso faticano a laurearsi proprio perché non vedono corrispondenza tra quanto apprendono in aula e quanto necessario e richiesto dal mondo lavorativo. Il rapporto OCSE ci ricorda il declino culturale educativo dell’Italia degli stanchi e l’urgenza di riforme da parte delle istituzioni.
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