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Quanto vale la ricerca in Italia?

di Antonella Salvatore

La settimana della ricerca sul cervello

La settimana scorsa il mondo ha celebrato la Brain Awareness Week, la settimana dedicata alla ricerca scientifica relativa agli studi sul cervello.

Sono stata a Ginevra ed ho avuto modo di visitare il Blue Brain Project, un centro di ricerca nel campo della neuroscienza che ha l’obiettivo di studiare il cervello tramite la sua ricostruzione e simulazione digitale

Il team internazionale (composto da 36 diverse nazionalità) comprende 130 persone (di queste, circa il 10% sono italiani).
Un team cross-funzionale di neuroscienziati, ingegneri, matematici, fisici, medici, che hanno a disposizione le migliori tecnologie per portare avanti la loro importantissima missione.

Visitare il Blue Brain Project mi ha fatto pensare alla ricerca in Italia e alle celebrazioni (quasi inesistenti) della Brain Awareness Week nel nostro paese.

Ma d’altronde, quanto conta la ricerca in Italia?

Il valore della ricerca in Italia

In Italia investiamo appena l’1,3% del PIL, mentre la media europea è superiore al 2% del PIL.

Il progetto HORIZON 2020 della UE offre ai paesi europei fondi per 80 miliardi di euro (per l’arco temporale 2014-2020) e richiede che i paesi investano almeno il 3% del PIL in ricerca entro il 2020.

Come al solito, siamo ben lontani dagli obiettivi europei: la ricerca nel nostro paese conta davvero poco e viene pagata poco, quindi non dobbiamo stupirci se tanti ricercatori vanno all’estero.

Come mai la ricerca vale così poco in Italia?

Agenzie e fondi per la ricerca

Il nostro primo problema è che non esiste una agenzia centrale di ricerca per la gestione ed assegnazione dei fondi. Ci sono istituti con più fondi, altri con meno fondi, non vi è un gestore centrale.
Vi è una frammentazione delle agenzie di ricerca, solo il MIUR ne coordina 12, per non parlare di tutti gli altri istituti gestiti da ministeri diversi.

Il secondo problema è la gestione dei fondi: quanto siamo bravi noi italiani a gestire fondi interni e ad utilizzare i fondi che potremmo ricevere?

E l’ultimo problema, forse più grave di tutti, resta culturale e riguarda gli stessi fondi.

Nel nostro paese si sottovaluta enormemente il valore della ricerca e per questo non si spende in ricerca.

Mentre gli altri paesi investono in ricerca, così come investono in formazione, noi continuiamo a ridurre i fondi per la ricerca così come continuiamo a ridurre gli investimenti in formazione.

L’articolo 9 della Costituzione Italiana recita che “La repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”.

In che modo promuoviamo la ricerca? Dal 2008 ad oggi questo paese ha ridotto del 20% i fondi per la ricerca.

A dispetto di tutto questo i bravissimi ricercatori italiani, anche senza fondi, hanno fatto crescere la loro attività.

Image by Gerd Altmann from Pixabay

OCL

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