
La settimana della ricerca sul cervello
La settimana scorsa il mondo ha celebrato la Brain Awareness Week, la settimana dedicata alla ricerca scientifica relativa agli studi sul cervello.
Sono stata a Ginevra ed ho avuto modo di visitare il Blue Brain Project, un centro di ricerca nel campo della neuroscienza che ha l’obiettivo di studiare il cervello tramite la sua ricostruzione e simulazione digitale.
Il team internazionale (composto da 36 diverse nazionalità) comprende 130 persone (di queste, circa il 10% sono italiani).
Un team cross-funzionale di neuroscienziati, ingegneri, matematici, fisici, medici, che hanno a disposizione le migliori tecnologie per portare avanti la loro importantissima missione.
Visitare il Blue Brain Project mi ha fatto pensare alla ricerca in Italia e alle celebrazioni (quasi inesistenti) della Brain Awareness Week nel nostro paese.
Ma d’altronde, quanto conta la ricerca in Italia?
Il valore della ricerca in Italia
In Italia investiamo appena l’1,3% del PIL, mentre la media europea è superiore al 2% del PIL.
Il progetto HORIZON 2020 della UE offre ai paesi europei fondi per 80 miliardi di euro (per l’arco temporale 2014-2020) e richiede che i paesi investano almeno il 3% del PIL in ricerca entro il 2020.
Come al solito, siamo ben lontani dagli obiettivi europei: la ricerca nel nostro paese conta davvero poco e viene pagata poco, quindi non dobbiamo stupirci se tanti ricercatori vanno all’estero.
Come mai la ricerca vale così poco in Italia?
Agenzie e fondi per la ricerca
Il nostro primo problema è che non esiste una agenzia centrale di ricerca per la gestione ed assegnazione dei fondi. Ci sono istituti con più fondi, altri con meno fondi, non vi è un gestore centrale.
Vi è una frammentazione delle agenzie di ricerca, solo il MIUR ne coordina 12, per non parlare di tutti gli altri istituti gestiti da ministeri diversi.
Il secondo problema è la gestione dei fondi: quanto siamo bravi noi italiani a gestire fondi interni e ad utilizzare i fondi che potremmo ricevere?
E l’ultimo problema, forse più grave di tutti, resta culturale e riguarda gli stessi fondi.
Nel nostro paese si sottovaluta enormemente il valore della ricerca e per questo non si spende in ricerca.
Mentre gli altri paesi investono in ricerca, così come investono in formazione, noi continuiamo a ridurre i fondi per la ricerca così come continuiamo a ridurre gli investimenti in formazione.
L’articolo 9 della Costituzione Italiana recita che “La repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”.
In che modo promuoviamo la ricerca? Dal 2008 ad oggi questo paese ha ridotto del 20% i fondi per la ricerca.
A dispetto di tutto questo i bravissimi ricercatori italiani, anche senza fondi, hanno fatto crescere la loro attività.
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