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Ed infine la libertà

di Andrea Bellezza

Appassionati, competenti, innovativi, esperti.

Ora l’ultimo passo che ci separa dalla compiutezza.
La tanto agognata libertà che si acquisisce con lo status di professionista.
E prima ancora di essere umano.
Tutta questa fatica per…

Per essere liberi bisogna andare oltre il mero concetto di io

Ecco che ritorna il paradosso.
Per scoprire che per essere liberi, non possiamo essere liberi.
Che non possiamo essere noi.
Nel senso che per essere liberi bisogna andare oltre il mero concetto di io.

Superare la storia personale, abbandonare l’anestetica convizione di conoscere certamente ed esaustivamente il reale, lasciare che il quadro della nostra costrizione scornici.

Non sono certamente il centro del mondo, e nemmeno del mio mondo.
Ma sono parte di qualcosa che è.

Il paradosso della libertà è che non esiste reale soluzione di continuità tra io e realtà, tra libero arbitrio e predeterminazione, tra ciò che sono e ciò che è.

La libertà presuppone pensiero critico e conoscenza del sé

La libertà dell’individuo accade quando l’io si apre al sé e all’ulteriore, quando si evolvono in un ecosistema ontologico, pur sospendendone qualsiasi giudizio esaustivo, e abdicando a qualsiasi controllo.

In chiave professionale questo significa conoscenza del sé del mondo, pensiero critico, capacità di affrontare e risolvere problemi complessi, resilienza, intelligenza emotiva, empatia, competenza alla valorizzazione ecosistemica, consapevolezza che ognuno di noi è parte della montagna che si innalza, fatta dai giganti sulle cui spalle ci ergiamo, e da quelli che dovranno fondare su di noi.

La libertà è una realtà viva e ampia, che certo non possiamo esaurire nel nostro limitato pensiero, né contenere nel nostro piccolo cuore.

Come aleggia tra le visioni possenti di maestre e maestri, dobbiamo vivere nelle nostre cognizioni ed emozioni, nel nostro agire, quell’essere parte – quell’intenso punto luminoso, che diventa prospettiva e orizzonte. Molte le definizioni, i consigli, gli ammonimenti. Ma tutti convergono sull’essere, verso l’infinito, vero vivere.

Una vetta sì alta, una radice profonda.
Una stella sì lontana, un’emozione intima.
Siamo al limite, limen, soglia. Non c’è niente. Spaesamento. Vertigine. Sul bordo al cospetto dell’abisso. Paura. E oltre.

Il viaggio ‘dal niente al nulla’.
La comparsa di ciò che è.
Terribile meraviglia.

E oltre il paradosso della libertà. Ancora oltre.
Sorge l’intuizione.

OCL

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