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Condono: un pezzo di cultura che non aiuta le future generazioni

Antonella Salvatore

Il condono è un provvedimento attraverso il quale il legislatore autorizza il cittadino, che ha commesso una sanzione, ad avere una sorta di perdono, parziale o totale. Treccani parla di “remissione di pena, parziale o totale”.

Dal 1973 ad oggi, i condoni edilizi e fiscali in Italia sono stati numerosi; ma le origini sono antiche, il primo a condonare fu l’imperatore romano Adriano, che abolì tutti i debiti dei precedenti sedici anni allo scopo di avere le simpatie del popolo. Insomma, il condono è un concetto di casa nostra, sembrerebbe nato addirittura nell’epoca romana, non è solo un pezzo di manovra dei vari governi, da noi il condono è un pezzo di cultura.

Saranno le origini cattoliche, sarà la maggiore flessibilità tipica dei popoli latini, il condono è qualcosa di scontato, l’abitudine al perdono, l’atteggiamento di apertura nei confronti di chi ha sbagliato e, peggio, di chi ha barato sapendo di farlo.

“Quando da piccola mi spiegarono che si dava il condono a chi aveva costruito dove e/o come non poteva costruire, non riuscivo a capire e domandavo: perché, se una cosa è proibita e non si può fare, i grandi la fanno e poi si auto-perdonano?” (estratto da Stressati o sdraiati? Solo in cerca di lavoro).

Il problema è che spesso il condono è il  In fondo, se hai costruito e non potevi costruire, e nessuna ruspa butta a terra la tua casa, puoi fare più o meno tutto, anche se quel “tutto” non è esattamente nel rispetto della legge.

In fondo, se porti soldi all’estero e non paghi le tasse, e poi li riporti dietro pagando un decimo di quanto dovuto, ti sentirai autorizzato a fare lo stesso in futuro, quando la tassazione salirà.

Il messaggio è quello del perdono, sempre e comunque.

Ma il condono nulla ha a vedere con il perdono religioso, si tratta piuttosto di un mancato rispetto delle regole perché è così che abbiamo visto fare e così continueremo a fare.

Nel resto del mondo esiste il condono? In rari casi vi hanno fatto ricorso anche gli altri paesi, soprattutto per far rientrare capitali, ma le differenze tra noi e gli altri sono davvero sostanziali. Da noi i condoni edilizi e fiscali sono stati modus operandi di tantissimi governi, per portare liquidità ma anche, e forse soprattutto, per avere il popolo dalla propria parte. Negli altri paesi, non esiste, invece, il condono edilizio, a quanto pare siamo i primi in Europa: nel nord Europa nessuno prova neppure a costruire dove non si può costruire, nel sud Europa arrivano le ruspe. In Italia si condona.

Abbiamo mai pensato al fatto che il condono potrebbe avere ripercussioni gravissime sulle generazioni più giovani?

Il messaggio che passa fin da piccoli è che non rispettare le regole in fondo può anche andare bene, perché prima o poi qualcuno arriverà a sanare la situazione.

Il condono induce i giovani ad una mancata assunzione di responsabilità, qualcuno deciderà per loro e sanerà per loro la questione.

Il condono fa capire ai giovani che non esistono regole nella comunità e che la comunità conta meno dei singoli individui (di alcuni singoli individui); le regole della comunità si bypassano per soddisfare i bisogni di alcuni individui.

Il condono fa passare il messaggio dell’impunità.

Quando si parla di condono, l’opinione del mondo è che gli italiani siano scarsamente affidabili, furbi, i soliti a non rispettare le regole.

Il rispetto delle regole, la affidabilità, la capacità di prendere decisioni, il senso di responsabilità sono le fondamenta di una comunità civile ed avanzata: quale insegnamento diamo ai giovani continuando a parlare di condono?

OCL

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