
Tra il 2008 e il 2019 l’Italia ha perso circa il 40% delle borse di studio per la ricerca. E per questo il governo ha deciso di raddoppiare le borse, da 8.000-9.000 l’anno a circa 20.000 l’anno. Questo lo ha dichiarato il primo ministro Draghi nel corso della sua recente visita ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso in Abruzzo.
Tra gli ultimi in Europa
Il PNRR permette al governo di investire circa 30 miliardi in istruzione e ricerca. Serve ricordarlo, attualmente siamo agli ultimi posti nella UE per gli investimenti in ricerca. Non abbiamo mai raggiunto neppure la metà di quel 3% previsto entro il 2020 dall’accordo di Lisbona. La pandemia ha messo in evidenza una nostra grande debolezza: siamo al posto n.27 in Europa per la ricerca.
Investire sulle donne
Uno dei miliardi indicati potrà essere investito sulle donne. Lo abbiamo detto recentemente, neppure il 20% delle giovani sceglie le discipline STEM. Questo è dovuto principalmente alla cultura del paese, e all’errata convinzione che le donne non siano predisposte per le materie scientifiche. Credenze assurde che impediscono lo sviluppo della nostra società e che non permettono di dare alle donne il ruolo che meritano nella gestione di questo paese. Se in Italia le donne sono poco partecipi alla vita lavorativa, (neppure il 49% di esse lavora), possiamo dire che sono quasi del tutto assenti dal mondo scientifico.
Aiutare lo sviluppo dei ricercatori italiani in Italia
Ma l’investimento nelle borse di studio per la ricerca permetterebbe di aiutare in generale le nuove generazioni, e i giovani, che cercano di costruirsi un futuro in ambito scientifico. Dal 2008 al 2019 quasi 14.000 ricercatori sono emigrati all’estero, in paesi che valorizzano la ricerca molto più di noi. In otto anni, il numero dei ricercatori fuggiti dal nostro paese è cresciuto del 42%. I ricercatori italiani sono scappati dall’Italia perché all’estero sono apprezzati, selezionati sulla base del merito, pagati (mediamente il doppio ma anche di più), e le prospettive di carriera sono concrete.
Fidarsi della scienza
Come indicato nel 55°rapporto Censis, gli ultimi due anni di pandemia hanno fatto emergere un’Italia fobica e irrazionale, spesso lontana dalla scienza. Investire in borse di ricerca per la scienza mostra invece quanto sia importante oggi fidarsi della scienza. Non dimentichiamoci mai che le scoperte scientifiche hanno permesso il progresso dell’uomo, lo sviluppo di farmaci e di vaccini, e consentito di debellare malattie.
Foto di Louis Reed su Unsplash