
Abbiamo di recente investigato il nascente e ormai galoppante mondo del metaverso. Abbiamo rintracciato le plurime e crescenti opportunità di investimento, incontro e scambio nello stesso, nonché alcune controversie e (forse) bizzarrie che lo caratterizzano. In questo articolo analizzeremo invece due eventi recenti (dicembre 2021), che chiudono l’anno con operazioni che meritano riflessioni in materia di etica, tradizione e legalità.
Il primo matrimonio nel metaverso
Il primo avvenimento ha a che fare con il primo matrimonio celebrato nel metaverso. Mentre per molti potrebbe risultare surreale, in realtà la pratica di coniugarsi in rete è un fenomeno crescente, soprattutto durante l’epidemia di COVID-19. Nonostante le unioni non siano riconosciute ufficialmente – o almeno negli Stati Uniti, paese sperimentatore per eccellenza della pratica – le unioni che continuano a stringersi sul web crescono in numero ed estensione – nuovi paesi, infatti, hanno preso ad assorbire ed esercitare questo nuovo trend. Il passo nel metaverso, tuttavia, è stato davvero un unicum. I due, Traci e Dave Gagnon, hanno dapprima creato i rispettivi avatar. Hanno poi invitato amici (altrettanto muniti di avatar personali) e immerso la loro unione in una dimensione del metaverso curata per l’occasione. Tale curatela è costata all’incirca 30 mila dollari, precedente che lascia intravedere un business che non solo è già esploso, ma che si profila come elitario e promettente-mente vertiginoso. Ad intercettarne il potenziale sono già in diversi player come Allseated, che promette esperienze ad hoc per il “tanto attesto giorno,” con interazioni ed opzioni sempre più sofisticate, avanzate e d’avanguardia. La novella coppia – in (vera) luna di miele – ha recentemente annunciato che viaggeranno presto anche in una destinazione del metaverso. Una simile operazione è avvenuta fra due coniugi. Rompendo l’iconica tradizione dello ‘scambio delle fedi’ davanti all’altare (fisico), i due hanno trasposto l’operazione nel business NFT, reciprocandosi gli anelli mediante cellulare. In breve, quanto si sono scambiati non è tangibile, ma un’opera digitale recante due anelli codificati come NFT – e registrati mediante tecnologia blockchain (!).
La prima molestia, e il problema dell’etica nel metaverso
Carichi di pensieri, passiamo dall’unione e l’amore al “primo” caso di palpeggiamento nel metaverso. La virgolettatura su “primo” è d’obbligo, si data al 2016, infatti, il primo caso storico di utente palpeggiata nel metaverso – avvenimento tuttavia andato in sordina a causa forse dell’incognita sul metaverso e le sue applicazioni. Nonostante la gravità, il primo caso formalmente riconosciuto si è consumato qualche settimana fa, nel dicembre 2021, nella versione beta di Horizon Worlds. La giocatrice – munita di visore e sensori del movimento – ha dichiarato di essere stata palpeggiata durante la sessione di gioco, abuso che non si è fermato solo alla vittima e all’harrasser, ma anche alla comunità di player che co-partecipavano alla sessione di gioco. Quanto ha scosso l’opinione pubblica, infatti, non è stato solo l’atto di per sé, ma anche l’elemento voyeuristico e co-partecipativo dell’accaduto. Horizon Worlds ha subito chiarito che il gioco prevede un’opzione di “safe zone,” un varco che garantisce immunità agli user. L’episodio è tuttavia importante per riflettere su come, attraverso chi e cosa agire per contrastare fenomeni del genere. E a proposito di ‘genere’ è interessante notare come, anche nel metaverso, le vittime di abusi abbiano (per ora) un riconoscibilissimo pattern uomo>donna.
Foto di Barbara Zandoval su Unsplash