Il franchising come auto-impiego

franchising auto-impiego

di Andrea Ciancarelli

In questo periodo, finalmente, e timidamente, il mercato del franchising si sta risvegliando. Cominciano a comparire richieste di informazioni, si iniziano a firmare i primi contratti di affiliazione e tutto il mercato sembra finalmente ripartire dopo il lungo letargo del Covid.

Il franchising come soluzione di auto-impiego

Come prevedibile, la maggior parte delle manifestazioni di interesse sono mosse da una necessità che, indipendentemente da budget, esperienza o mercato, le accomuna un po’ tutte. Sono persone in cerca di un auto-impiego. Molti sono ex lavoratori reduci dai mercati maggiormente colpiti dal Covid; altri hanno perso il proprio lavoro, e altri ancora devono far fronte a nuove esigenze familiari. Ecco allora che, più di prima, il franchising può rappresentare una speranza di riscatto per queste persone, un’opportunità per un nuovo futuro. Un’occasione che però può essere colta solo con la giusta dose di conoscenza, e con qualche accortezza.

Come affiliarsi in franchising

Proviamo allora a capire se e come sia possibile affiliarsi ad un franchising per crearsi un nuovo posto lavoro. In primis, è importante specificare, per chi non è ferrato in materia, che il franchising non è una formula che sostituisce la classica impresa. Scegliere questa soluzione vuol dire a tutti gli effetti avviare una propria attività e assumersi tutti i rischi del caso. È esattamente come avviare un qualsiasi business in proprio. Il vantaggio sta nell’avere un partner (un franchisor) che sa come far funzionare l’impresa e che può aiutarci ad evitare parecchi errori, soprattutto quelli più gravi.

Occorre finanziare l’impresa

E proprio perché di impresa si tratta, è necessario disporre di un capitale iniziale. E questo è forse uno dei misunderstanding più diffusi per chi si avvicina al mondo della replicabilità. Per avviare un’impresa servono soldi. Non tutti almeno, ma una buona parte si. In molti pensano al franchising come a un’alternativa forma di finanziamento. Un’opera in cui il Franchisor finanzia l’apertura dell’attività all’affiliato accollandosi di conseguenza tutti i rischi del caso. Ovviamente, nulla di più lontano dalla realtà. E se malauguratamente qualche Brand vi proponesse qualcosa di simile, forse sarebbe meglio stargli lontano. Il capitale necessario all’avviamento può essere implementato con qualche forma di finanziamento come il Microcredito, che ad oggi è uno dei metodi più funzionali. Molti si rivolgono anche ai famosi Bandi a fondo perduto, utili forse in altre circostanze, ma che spesso si rivelano poco affini al modello del franchising. Insomma, è necessario avere budget. Non ci sono alternative. 

Gli affiliati devono richiedere trasparenza e chiarezza dei costi

Altro aspetto da avere chiaro è quale sia il settore in cui si vuole entrare e che gli investimenti richiesti in questo settore siano mediamente in linea con il capitale che abbiamo da investire. Ci sono franchising per diverse possibilità, con affiliazioni che vanno dalle poche migliaia di euro fino ai 100, 200 o 300.000€ e molto dipende appunto dal settore di mercato. Questo è un altro aspetto su cui è importante fare attenzione: se vi propongono di aprire un locale di food con soli 5.000€, forse c’è qualcosa che non va. È importante non cercare scorciatoie, perché è lì che in genere si nascondono i problemi. Il tipo di business deve essere sempre proporzionale all’investimento e il rischio di impresa ragionevolmente lasciato sulle spalle dell’affiliato, come del resto la logica dovrebbe imporre. Bisogna cercare situazioni pulite e trasparenti, dove l’investimento richiesto equivale indicativamente al capitale che potrebbe occorrere per aprire la stessa attività senza l’ausilio di un franchisor. Come dicevamo, il franchising non è un modo per risparmiare, o almeno direttamente. Si riusciranno di contro ad evitare una buona quantità di costi post-apertura legati ai molti errori che l’inesperienza potrebbe inevitabilmente portare a commettere.

Le due figure del franchising, franchisor e affiliato

Per chi decide di seguire la strada del franchising, lo scenario più classico che si presenta in una affiliazione è quello in cui da una parte c’è un imprenditore esperto, il franchisor per l’appunto, e dall’altra un neo imprenditore, meno avvezzo, che vorrebbe seguire le sue orme e replicare il suo successo, l’affiliato. È una trattativa comunque non equilibrata e questo a volte spinge qualche Brand ad approfittarsene. Per fortuna queste realtà sono solo una minoranza, ma è importante sapere che esistono e che non sempre si nascondono dietro a marchi poco noti. La buona notizia è che le brutte sorprese possono essere evitate con qualche semplice accortezza. Bisogna chiedere informazioni, quelle giuste, e farsi  assistere se occorre. Telefonare agli affiliati esistenti per un feedback obiettivo, pretendere di vedere il contratto ed una proiezione economica, analizzarli, o farli analizzare. Insomma, è importante non lanciarsi nelle braccia del primo che passa e che tenta di ammaliarci con promesse di soldi facili e investimenti ridicoli. Il franchising è una formula perfetta per avviarsi all’impresa, ma ha bisogno di cautela. Con le giuste precauzioni, potrebbe essere una strada davvero valida per il futuro lavorativo di molti.

Foto di Sean Pollock su Unsplash

OCL

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