
Partiamo subito con una buona notizia cari formatori e affini. Siamo già in possesso degli strumenti per la formazione del futuro. La parte più importante della cassetta degli attrezzi ce l’abbiamo già. Tradizione e innovazione si muovono lungo l’orlo dorato della conoscenza, il noto che si fa nuovo e il nuovo che si fa noto, sono due aspetti congiunti della stessa dinamica, e hanno quale vera sorgente l’educazione. La maieutica come sincretismo tra l’esperienza magica della crescita e la consapevolezza scientifica del metodo.
Ma che c’entra tutto questo con la formazione del futuro?
C’entra perché abbiamo una grande opportunità, coinvolgere tutti i portatori di valore nella creazione di esperienze di apprendimento nuove, ma al contempo capaci di valorizzare i più ancestrali tratti dell’educazione. Come? Creando soluzioni esperienziali, asincrone e automatizzate, con un sorprendente livello di interattività e iconicità, sia in presenza che a distanza, e in grado di apprendere. La fattibilità reale c’è, i framework tecnologici sono fondati su mixed reality e intelligenza artificiale. Certo il tutto merita analisi e progettazione dedicata per ogni caso. Ma proviamo a fare un esempio. Raccogliamo le ontologie rispetto al tema che vogliamo trattare, sia esso un topic accademico, un’azienda, un prodotto. Lo stato dell’arte della letteratura scientifica, lo standard di certificazione ISO, o le interviste alla popolazione aziendale. Analizziamo per evidenziarne gli elementi di significatività, che trasformiamo in algoritmi conversazionali e game play. Poi sviluppiamo il tutto in agenti educativi e contenuti multimediali interattivi, generando applicativi che dialogano o giocano con l’utente, sotto forma di personaggi reali o virtuali, coinvolgendolo in sfide e progetti.
Cosa ci serve? Ecco gli strumenti per la formazione del futuro
Tecnologia certo. Ma ancor prima pensiero, essere in grado di ideare e progettare. L’evoluzione è sempre sostanza e forma insieme. Realtà mista e intelligenza artificiale, inquadrate come sistema cyberfisico, significano poter immaginare percorsi formativi esperienziali, non lineari nelle trame, nei tempi e negli spazi, in grado di dialogare e apprendere, in cui convivono entità fisiche e virtuali, reali e immaginarie. Gli utenti partecipano a tutto ciò da protagonisti, contribuendo al perfezionamento costante dell’ontologia di riferimento. Si tratta dell’hyper media formativo, ancora da vivere, ma che possiamo tratteggiare per ora come più di un iperrealistico videogioco esperienziale. E sono gli educatori e i formatori che devono fondare tutto ciò, rinnovando il contenuto, rigenerando il significato e le storie, per impastare sempre nuove forme con quella sostanza di cui pare siano fatti i sogni più intensi e le idee più luminose.
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