
Qualcuno ricorderà, avrà inviato, o si sarà addirittura affezionato all’iconico gattino-meme dal mantello arcobaleno che circola da un po’ su cellulari, social e rete. Il suo nome è Nany Cat e nonostante le fattezze goffe, pixelate e un po’ assurde, il valore che gli è stato associato in vendita è di circa 590 mila dollari – o meglio, 300 ethereum. Non solo. Nany è garantito da un certificato di proprietà. È commerciabile e rivendibile come qualsiasi asset. Il meme è inoltre definito una vera e propria opera d’arte. Il suo intero DNA – dalle caratteristiche digitali, a quelle estetiche, economiche e di proprietà – è preservato da un sistema di garanzie blindato, che è fra i più sofisticati ed effervescenti del mercato: la blockchain. La storia del Nany Cat è in realtà la punta dell’iceberg di un mondo più complesso che si chiama Crypto Art.
Dalla Digital Art alla Crypto Art
Definita da alcuni come una recente diramazione della ‘Digital Art’ – nata negli anni ’60 – la Crypto Art si presenta come il triangolo più solido della contemporaneità. Nel suo nome, infatti, si aggregano arte, digital e cripto-valuta, fra gli attori principali e più ricorrenti nel vocabolario della generazione digitale 4.0. Dietro alle sue operazioni, inoltre, la Crypto Art mette insieme artisti digitali, crypto miners, avvocati, assicuratori e persino angel-investors, creando un ambiente imprenditoriale, culturale e finanziario che ha pochi pari. Come qualsiasi arte, la Crypto parte da un’idea, con un* artista. Il medium è il digitale, che rimane l’arena d’azione per le fasi di concettualizzazione, realizzazione e mostra. A seguito della sua creazione, l’opera si apre dunque al mercato. Si presenta con tanto di certificato di proprietà che, come per qualsiasi acquisto di settore, avrà un’anima legale riconosciuta. Il certificato si chiama “Non Fungible Token” (Token Non Fungibile, Sostituibile) ed è, convenzionalmente, associato ad un proprietario. La valuta di acquisto per la transazione è crypto.
La protezione della proprietà
Oltre all’operazione – che ha senz’altro dell’avanguardistico – il sistema di tutela della proprietà rende il gioco tanto virtuale quanto concreto e sicuro. A garantire per l’autenticità del pezzo – insieme a quel famoso DNA di cui prima – è un codice di riconoscimento crittografato che si chiama ‘hash.’ Una volta generato, lo stesso viene inoltrato ad una serie di capi (blocks) che, come cancellerie digitali, registrano e associano il codice al lotto. Qualsiasi acquirente, artista, o utente in generale, dunque, potrà interrogare il sistema di blocchi (blocks) per verificare l’autenticità del pezzo e delle sue proprietà. Se tutti i blocchi – indipendenti e dislocati – non si allineano per la validazione del pezzo, lo stesso non risulterà certificato. Il sistema ha ispirato così tanta fiducia, che l’operazione di acquisto del Nany Cat ha solo aperto le danze. Un mercato che, secondo CryptoArt, è cresciuto da febbraio 2020, a febbraio 2021, da 235 mila a 63 milioni di dollari. Inoltre, a puntare sul movimento, è Christie’s, la prestigiosa e storica casa d’aste londinese. Proprio fra il corrente febbraio e marzo 2021 terrà la prima stagione di vendita di Crypto Art – con aspettative d’asta nell’ordine di migliaia e di milioni.
Il mercato della Crypto Art cresce velocemente
La corsa alla Crypto Art è dunque iniziata e corre veloce. Crescente è infatti il numero di laboratori nel settore che commissionano digital artist, producono certificati NFT e lanciano operazioni di vendita lucrose. Per corroborare la domanda, inoltre, i certificati di proprietà si sono aperti a varianti legali senz’altro malleabili. Ad esempio, il “LRC1155,” che consente di creare, della stessa opera, quanto tradizionalmente riconosciuto come una serie. Un’opera è dunque proposta in più copie dal numero ridotto e seriale; ognuna delle stesse è di proprietà di un soggetto. Oltre alla stessa è in crescente voga il “frazionamento,” un sistema secondo cui una stessa opera è “divisa” in tante parti simultaneamente possedute da diversi proprietari . In pratica, come se un’opera di Botticelli fosse divisa in piccole parti e associata a diversi proprietari allo stesso tempo. Tale schema di proprietà consente operazioni di acquisto collettivo, che aprono ad ampi mercati, portafogli e profili clientelari.
Crytpo art, un nuovo movimento dell’arte
Quanto si cela dietro al Nany Cat, dunque, è un più complesso spirito artistico che si è intessuto nei campi dell’imprenditoria, finanza, rischio, sperimentalismo e cultura digitale. Nelle operazioni, attenzione, tentativi e riflessioni derivate, questo nuovo fenomeno ha tutta la fisiologia di un letterale movimento dell’arte. Interroga sul presente (e non solo), introduce una nuova estetica, un nuovo pubblico, livello di significati e altresì non-significati, riflettendo uno spirito di contemporaneità che siamo diventati.
Foto di Ivan Samkov su Pexels