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Gli ITS per ridurre la disoccupazione

ITS ridurre disoccupazione

di Antonella Salvatore

Neppure il covid e la pandemia ci insegnano a guardare fuori, in questo caso alla vicina Germania. 

A cosa deve la propria forza l’economia tedesca?

Le ultime notizie dicono che più di 900 mila studenti tedeschi hanno scelto il sistema duale. Scuole tecnico-professionali che consentono, allo stesso tempo, di fare esperienza in azienda (learning on the job) e apprendimento in classe. La Germania, prima in UE e tra le prime economie del mondo, da anni forma profili professionali, con competenze tecniche e tecnologiche, necessarie per il mondo del lavoro. E questo è avvenuto anche durante l’era covid: i tedeschi sono riusciti a ridurre la disoccupazione giovanile portandola al 5,6% (dato di giugno 2020), formando i profili specializzati necessari. Il sistema duale tedesco rappresenta un’ eccellenza copiata ed esportata in tutto il mondo, fino a Cina, India e Messico.

Il sistema duale in Italia

Anche il nostro paese ha tentato di imitare il modello della formazione duale. Ma mentre in Germania i numeri delle iscrizioni sono strepitosi, in Italia soltanto 15.000 studenti hanno scelto gli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori. Eppure queste scuole pubbliche preparano i giovani in aula così come sul lavoro, si chiama sistema duale per questo motivo. Istituti che collaborano con le aziende che ricercano profili tecnici e specializzati, raggiungendo tassi di placement superiori al 90% Molto del personale docente proviene dalle imprese e dalle stesse aziende che poi assumeranno gli studenti. Gli ITS in Italia sono un ponte di collegamento tra mondo dello studio e mercato del lavoro e alcuni istituti, come quello di Lanciano (Chieti) recentemente premiato, rappresentano una vera eccellenza nazionale. Queste scuole costruiscono competenze specifiche in ambito tecnico, informatico, tecnologico, sanitario, alimentare, e 9 studenti su 10 trovano subito occupazione. Ma mentre noi diplomiamo mediamente 10.000 studenti l’anno, paesi come la Germania hanno 750.000 diplomati, la Francia mezzo milione e la Spagna 400 mila.

Gli ITS per ridurre la disoccupazione

La pandemia ha ridefinito il mercato del lavoro e imposto un’accelerazione da un punto di vista tecnologico e tecnico. Servono informatici, esperti di innovazione, personale per assistenza sanitaria e le nostre fabbriche hanno bisogno di operai e tecnici specializzati. Lo smart manufacturing costituisce già una realtà in alcune regioni, processi produttivi e robot controllati dagli umani. Gli ITS sono in grado di ridurre la disoccupazione e formare esattamente i profili che il mondo lavorativo richiede. Eppure, le scuole sono poche e scarsi sono gli investimenti. Mentre le università faticano a sfornare laureati (solo il 27% raggiunge la laurea) e mentre il numero dei NEET aumenta, gli ITS sembrano essere il perfetto collegamento con il mercato del lavoro. Ma secondo l’OCSE, l’Italia è ultima al mondo tra i paesi avanzati per investimenti in istruzione. Dobbiamo allora solo copiare dai più bravi, non dovrebbe essere poi così difficile.

Foto di Science in HD su Unsplash

OCL

One thought on “Gli ITS per ridurre la disoccupazione”

  1. Analisi perfetta !
    La “Conoscenza” e l’Orientamento sono i grossi problemi !!!
    Le opportunità sono tante compreso il prosieguo in corsi universitari per chi vuole osare e volare più in alto!

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