
Neppure il covid e la pandemia ci insegnano a guardare fuori, in questo caso alla vicina Germania.
A cosa deve la propria forza l’economia tedesca?
Le ultime notizie dicono che più di 900 mila studenti tedeschi hanno scelto il sistema duale. Scuole tecnico-professionali che consentono, allo stesso tempo, di fare esperienza in azienda (learning on the job) e apprendimento in classe. La Germania, prima in UE e tra le prime economie del mondo, da anni forma profili professionali, con competenze tecniche e tecnologiche, necessarie per il mondo del lavoro. E questo è avvenuto anche durante l’era covid: i tedeschi sono riusciti a ridurre la disoccupazione giovanile portandola al 5,6% (dato di giugno 2020), formando i profili specializzati necessari. Il sistema duale tedesco rappresenta un’ eccellenza copiata ed esportata in tutto il mondo, fino a Cina, India e Messico.
Il sistema duale in Italia
Anche il nostro paese ha tentato di imitare il modello della formazione duale. Ma mentre in Germania i numeri delle iscrizioni sono strepitosi, in Italia soltanto 15.000 studenti hanno scelto gli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori. Eppure queste scuole pubbliche preparano i giovani in aula così come sul lavoro, si chiama sistema duale per questo motivo. Istituti che collaborano con le aziende che ricercano profili tecnici e specializzati, raggiungendo tassi di placement superiori al 90% Molto del personale docente proviene dalle imprese e dalle stesse aziende che poi assumeranno gli studenti. Gli ITS in Italia sono un ponte di collegamento tra mondo dello studio e mercato del lavoro e alcuni istituti, come quello di Lanciano (Chieti) recentemente premiato, rappresentano una vera eccellenza nazionale. Queste scuole costruiscono competenze specifiche in ambito tecnico, informatico, tecnologico, sanitario, alimentare, e 9 studenti su 10 trovano subito occupazione. Ma mentre noi diplomiamo mediamente 10.000 studenti l’anno, paesi come la Germania hanno 750.000 diplomati, la Francia mezzo milione e la Spagna 400 mila.
Gli ITS per ridurre la disoccupazione
La pandemia ha ridefinito il mercato del lavoro e imposto un’accelerazione da un punto di vista tecnologico e tecnico. Servono informatici, esperti di innovazione, personale per assistenza sanitaria e le nostre fabbriche hanno bisogno di operai e tecnici specializzati. Lo smart manufacturing costituisce già una realtà in alcune regioni, processi produttivi e robot controllati dagli umani. Gli ITS sono in grado di ridurre la disoccupazione e formare esattamente i profili che il mondo lavorativo richiede. Eppure, le scuole sono poche e scarsi sono gli investimenti. Mentre le università faticano a sfornare laureati (solo il 27% raggiunge la laurea) e mentre il numero dei NEET aumenta, gli ITS sembrano essere il perfetto collegamento con il mercato del lavoro. Ma secondo l’OCSE, l’Italia è ultima al mondo tra i paesi avanzati per investimenti in istruzione. Dobbiamo allora solo copiare dai più bravi, non dovrebbe essere poi così difficile.
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Analisi perfetta !
La “Conoscenza” e l’Orientamento sono i grossi problemi !!!
Le opportunità sono tante compreso il prosieguo in corsi universitari per chi vuole osare e volare più in alto!