
Sono passati nove mesi dal primo lockdown, da quel 5 marzo in cui sembrava che il mondo fosse sul punto di fermarsi per sempre. La paura, lo shock, l’uscita con la mascherina, un mondo surreale al quale, un poco per volta, ci siamo abituati. Certo, ci sono sempre quelli che con la mascherina coprono il mento, o quelli che considerano il covid alla stregua di un’ influenza. Ma la gran parte del paese, come dicono i dati, ha recepito il messaggio. Stare a casa, essere prudenti, indossare la mascherina, lavarsi spesso le mani.
Povertà e cattiveria
È tutto nelle norme igieniche quello che abbiamo imparato in questi mesi? Che Italia è quella dell’era Covid? L’ultimo rapporto del Censis mostra gli italiani più cattivi, poveri e soli. Cattiveria e rabbia che emergono nei commenti sulle pene per chi viola il divieto di indossare la mascherina o di fare assembramenti. Invidia per chi ha un lavoro e un buon reddito. Odio che sale a livelli alti quando il 43,7% della popolazione italiana dichiara di volere l’introduzione della pena di morte. Un’ Italia fragile che si ritrova in povertà economica, soprattutto a causa della chiusura delle numerose attività. Ma una povertà che non nasce oggi, in epoca di coronavirus. Già a fine 2019 i poveri in Italia erano 4,6 milioni, il 7,7% della popolazione. Un numero raddoppiato negli ultimi dieci anni, ben prima che il coronavirus entrasse nelle nostre vite. Ma la povertà è anche culturale e sociale. Egoismo e isolamento ci caratterizzano stando all’ ultimo rapporto. Secondo i dati, il 49,3% dei giovani ha chiesto di essere curato prima degli anziani. Nuove generazioni egoiste e senza scrupoli? Forse occorre chiedersi come si sentono questi stessi giovani, a sapere che oltre la metà di loro (il 50,3%) vive una vita peggiore di quella vissuta dai propri genitori. Il famoso ascensore sociale non sale più. Al contrario, scende vertiginosamente.
Non esistono miracoli
Il coronavirus ha solo accentuato un processo di declino già in essere da tempo come ci riconferma lo stesso rapporto Censis. Il covid non ha impedito negli anni gli investimenti in istruzione, sviluppo delle tecnologie e delle competenze. Non ci ha impedito di essere onesti e perbene. Eppure, restiamo tra i paesi industrializzati più corrotti al mondo, al posto n.51 su 180 paesi. Se il declino italiano prosegue da anni, è verosimile pensare che occorreranno altrettanti anni per risollevare il paese, molti di noi non vivranno questa gioia. D’altronde, non possiamo neppure pretendere miracoli. E poi, chi ci crede più ai miracoli? Non crediamo neppure a quello del Natale, ridotto a festicciola di paese in cui puoi spendere un bonus di 150 euro. Il senso del Natale italiano sembra essere tutto in un’ app da scaricare per ottenere soldi per i regali. Lo dicono i dati: per avere il cashback dallo stato si sono registrati fino ad 8mila accessi al secondo, milioni di utenti in pochi giorni. Utenti incuranti di proteggere i propri dati e la propria privacy che, a quanto pare, sono stati il principale ostacolo per scaricare l’app immuni in questi mesi.
“Il re è nudo”
“Il re è nudo”, espressione usata nello stesso rapporto Censis. Ora sappiamo esattamente cosa conta per noi, il valore che diamo a noi e agli altri. Abbiamo chiaro il senso del Natale, in un paese disperato di non poter andare a messa a mezzanotte, come se Dio avesse un orario di apertura al pubblico. E infine, sappiamo anche il significato della parola cashback. Cosa non di poco conto nel paese, ultimo in Europa, per conoscenza della lingua inglese.