Contratto e fiducia

contratto

di Andrea Ciancarelli

Chiamatemi romantico, ma io sono ancora uno di quelli che crede nel valore della parola data e delle strette di mano (covid permettendo). Quest’ultima, per molti giuristi, rappresenta una delle più antiche forme di contratto, e non è affatto caduta in disuso.

Il contratto che devi sempre rispettare

Molti pensano infatti che per concludere un contratto si debba necessariamente sottoscrivere un documento redatto su carta. Eppure tutti noi, nel quotidiano, concludiamo contratti continuamente senza alcuna firma. Ad esempio quando chiediamo un caffé al bar, compriamo il giornale o clicchiamo sul pulsante “compra” di un sito di e-commerce. Non solo, ma il contratto orale può essere sì espresso (con una stretta di mano o la richiesta di un caffè in cassa), ma può essere anche tacito. In questo caso si perfeziona quando c’è piena evidenza da entrambe le parti dell’intenzione di arrivare a conclusione (ad esempio quando saliamo su un taxi e chiediamo che ci porti in aeroporto).

Franchising e accordi

Ora, per nostra fortuna, il rapporto di franchising è regolato da una precisa forma contrattuale prevista dalla legge 129 del 2004. Pertanto, prevede qualcosa in più di una stretta di mano (il contratto deve necessariamente avere forma scritta), ma questo non cambia il modo in cui si dovrebbe gestire il rapporto che si va a creare in fase di affiliazione. Mi spiego meglio. Un contratto di franchising, per quanto tipicamente più lungo e articolato della media dei vari contratti simili, non può certo contenere qualsiasi previsione futura di comportamenti illeciti o lesivi della controparte, e deve necessariamente, in un certo senso, generalizzare. Questo, ad esempio, è un aspetto che spesso non piace a chi si trova alla prima affiliazione. Infatti, chi non ha ancora esperienza teme che il franchisor possa usare i cavilli contrattuali per lucrare su qualunque comportamento difforme, anche se in buona fede.

Non si va in lite, a meno che non sia davvero l’unica possibilità

Quello che cerco di spiegare a queste persone è che il contratto ha una sua linea di base e che, nella normalità delle cose, viene sottoscritto e chiuso in un cassetto, pronto ad essere usato solo quando non c’è davvero altro rimedio. A nessuno conviene mai entrare in lite se è non strettamente necessario. Quello che poi regola di base qualunque rapporto di affiliazione (qualunque sia il livello del brand) è la reciprocità di interessi, che spesso va mantenuta semplicemente applicando le regole di base con una buona dose di ingrediente segreto: il buon senso.

La fiducia è tutto

L’affiliazione di fatto è un rapporto di fiducia. Fiducia reciproca intendiamoci. Viene concessa dal franchisor al franchisee nella cessione di una zona da sfruttare in esclusiva, di know-how e del brand. E dal franchisee al franchisor che di fatto si affida totalmente a quest’ultimo investendo risorse, capitali e spesso anche il proprio futuro e il sostentamento della sua famiglia. La fiducia però è un’arma a doppio taglio. Ci vuole tempo per costruirla, per consolidarla, ma basta una piccola crepa, un dubbio malizioso, e tutto inizia a sgretolarsi. Ecco perché è fondamentale che, nella gestione quotidiana di un rapporto di affiliazione, ci sia una grande attenzione a rispettare le proprie promesse, mantenendo, come si dice, la parola data. 

Il successo, conseguenza delle relazioni create con il network

Allora trasparenza, buona fede e interesse reciproco diventano valori non solo etici, ma anche economici, perché permettono la creazione di relazioni stabili e durature, basate sulla fiducia ancor prima che sugli interessi, relazioni che sono fondamentali per costruire una buona rete di franchisee o dall’altro lato, perché no, una propria piccola sotto-rete di punti affiliati. Se John Donne disse che “Nessun uomo è un’isola”, questo vale anche per le imprese, soprattutto nel mercato di oggi in cui tutto si va iper-specializzando. Ecco allora che il successo di qualunque impresa non è dato dalla ricerca di un risultato economico, perché questo diventa spesso una semplice conseguenza della costruzione di una buona rete e del mantenimento di rapporti umani leali e sinceri.

Foto di Mari Helin su Unsplash

OCL

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: