
Dalle reminiscenze ancestrali dei primi manufatti, passando per la sedimentata storia degli utensili, fino ad arrivare ai prodotti e, soprattutto, ai dispositivi. Da sempre il tema dell’interazione tra esseri umani e strumenti, diventato poi ‘interazione uomo – macchina’ nel più ampio ambito dell’ergonomia, è centrale per la comprensione e per l’orientamento di qualsiasi attività lavorativa, figuriamoci per l’automazione e la robotica. Se poi dobbiamo progettare e testare robot si, ma anche cobot, ovvero robot collaborativi che cooperano con esseri umani e quindi necessitano di adeguati protocolli di sicurezza e comunicazione, la questione diventa ancor più cruciale.
UX, User Experience
Ma cosa significa interazione uomo macchina? E come possiamo applicare tutto ciò? Andiamo in reverse e ripartiamo dalla fine. Il concetto fondamentale è – altro tormentone – la user experience – UX. Ovvero l’esperienza utente, quindi la relazione tra una persona e un sistema, sia esso strumento, prodotto, servizio, dispositivo. La UX è basilare non solo nell’ambito della progettazione, ma ormai più in generale come costrutto economico. Basti pensare a l’economia delle esperienze o alla finanza comportamentale. Nell’esperienza di relazione essere umano – sistema, che abbiamo definito UX, convergono molti e complessi fattori. Ovvero tutte le attitudini e le reazioni cognitive ed emotive dell’utente, quindi gli atteggiamenti e comportamenti d’utilizzo che scaturiscono dalla matrice psicosociale, ove confluiscono risposte individuali così come culturali.
L’ interazione uomo – macchina
La forma della UX, la sua manifestazione pratica, è la user interface o UI. L’interfaccia che permette all’utente di stabilire effettivamente tale relazione, la forma dell’esperienza. Con maggiore rigore possiamo definire la UI come la dimensione fisica, temporale e semantica che permette l’interazione tra l’essere umano e il dispositivo. L’obiettivo della UI è essere efficace e quanto più efficiente, supportando l’azione dell’utilizzatore e le sue decisioni. La UI deve massimizzare usabilità, semplicità e gradevolezza, incoraggiando fin dove possibile l’apprendimento autonomo, minimizzando invece il rischio di errore e l’impegno richiesto all’utente.
Il sistema cyberfisico
La terza rivoluzione industriale ha gradualmente focalizzato l’attenzione sulle interfacce grafiche – monitor, e sulle periferiche di input – mouse e tastiera. Aprendo, in questo modo, con la semplificazione dei sistemi operativi la strada all’informatica di massa, fino a condurci all’era del touch screen con smartphone e tablet. La rivoluzione successiva, appena iniziata, si misura invece con uno scenario decisamente più complesso. La comunicazione infatti non è limitata all’interazione uomo – macchina o macchina – macchina. Essa coinvolge reti complesse di sistemi naturali, artificiali, digitali e virtuali che, senza soluzione di continuità, costituiscono il già citato sistema cyberfisico.
Interfaccia
È evidente la sostanziale importanza del tema interfaccia nella progettazione di sistemi di collaborazione tra robot ed esseri umani. In tal senso ci si si focalizza sulle interfacce naturali e fisiologiche, abbandonando l’artificialità della macchina. Questo per orientarsi a sistemi semantici e sintattici che mutuano modalità già appartenenti all’essere umano, come i gesti, il linguaggio e, addirittura, i pensieri e le emozioni. L’obiettivo è la totale ‘trasparenza’ dell’interfaccia, che scompare riassorbita nella spontaneità dell’esperienza di interazione.
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