Robotica, economia e lavoro

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di Andrea Bellezza

Un’adeguata cultura del lavoro non può prescindere dall’indagare le attualissime e prolifiche relazioni tra robotica, automazione, economia e lavoro. Anzi, oltre che dal conoscere non può esimersi dal partecipare, e ancor più dall’orientare positivamente questi fenomeni. Una tematica ampia e complessa, ove collidono contributi scientifici molteplici e variegati, ma soprattutto una sfida cruciale, che cova stridenti minacce, ma anche floride opportunità, in alcuni casi inaspettate.   

Robot e robotica

Il legame tra robotica ed economia non è nuovo in agenda. Lo osserviamo infatti già in quella che conosciamo come ‘terza rivoluzione industriale’, cui assistiamo a partire dalla seconda metà del secolo scorso. L’avvento dell’automazione, ovvero di componenti operative automatiche, che possiamo chiamare robotiche, è un elemento costitutivo di questo fenomeno, assieme all’elettronica e al computer. Qualche definizione di base. Il robot è uno strumento meccanico, animato elettronicamente, in grado di compiere operazioni seriali e automatiche. La robotica è il settore che presidia la progettazione e produzione di robot. Uno snodo interdisciplinare che, a partire dall’ingegneria meccatronica, vede la convergenza di ingegneria, informatica, elettronica, automazione, meccanica, chimica, biologia, psicologia, linguistica, comunicazione, pedagogia e, l’avreste mai detto, filosofia. 

L’impatto della robotica sull’economia

Ciò che attualmente è innovativo nei rapporti tra robotica ed economia non è l’avvento dei robot – che afferisce come detto alla terza rivoluzione industriale. Bensì la convergenza con altre tecnologie, come intelligenza artificiale, I.O.T. e mixed reality, che determina quella che chiamiamo ‘quarta rivoluzione industriale’ o ‘Industry 4.0’. Il tratto centrale dell’industria 4.0 è il sistema cyber-fisico, CPS o cyber-physical systems. -Ovvero un sistema in grado di operare dinamicamente e senza soluzione di continuità tra fisico, artificiale e virtuale con capacità computazionale, di comunicazione e controllo. I principi costitutivi di queste soluzioni sono l’interoperabilità, il decentramento delle decisioni, la disponibilità delle informazioni, l’integrazione verticale e orizzontale, la capacità di auto-assistenza. 

Le tecnologie e l’impatto sul lavoro

Diamo un’occhiata alle altre tecnologie che compongono il framework 4.0. Intanto l’intelligenza artificiale. Ossia l’ideazione e lo sviluppo di software che sono in grado di compiere azioni complesse riconducibili all’intelligenza umana, come imparare, pensare, scegliere. Poi la mixed reality, che consiste nell’integrazione tra la realtà virtuale e quella aumentata. La prima ci consente di entrare in scenari virtuali. La seconda ci permette di aggiungere contenuti virtuali alla realtà fisica che vediamo con i nostri occhi. Ma anche l’internet delle cose o I.O.T., cioè l’ampliamento del concetto di rete internet agli oggetti, con processi di comunicazione che riguardano strumenti, artefatti, elementi fisici. Per finire, menzioniamo i big data. Metodi e strumenti per gestire e analizzare dati che non solo sono tantissimi, ma molto diversi tra loro ed in perenne e fulmineo cambiamento. In questo contesto la robotica è l’elemento fondamentale per agire sui domini fisici, ma non può essere più concepita senza l’interazione con gli altri elementi citati. 

Foto di Photos Hobby su Unsplash

OCL

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