
Le porte delle università italiane si stanno pian piano riaprendo tutte in questo inizio d’autunno, diverso da come lo abbiamo sempre conosciuto. L’emozione del primo giorno di un nuovo anno accademico in cui, alle classiche raccomandazioni, prendono il sopravvento nuove parole chiave entrate, oramai, nella nostra quotidianità. Sicurezza e distanziamento sociale o per meglio dire, distanziamento fisico. Sì perché l’accezione “sociale” risulta, non solo errata a livello semantico, ma inapplicabile in quanto è l’essenza stessa della società moderna e, andando ancor più indietro, dell’essere umano come “animale sociale” citando Aristotele. L’Università è senza dubbio un luogo dove la cultura si fonde con la socialità, con essa cresce e grazie ad essa, alla perseveranza e all’impegno, permette ai giovani studenti di costruire la propria strada verso quello che sarà il proprio futuro lavorativo e di vita.
Opportunità e necessità
Il lockdown ha permesso un’accelerazione nell’utilizzo del digitale e una necessaria impennata verso la didattica a distanza. In poco tempo tutte le università tradizionali hanno dovuto correre ai ripari e organizzare sia lezioni online, accessibili in live e da remoto, sia esami di profitto e di laurea. In vista del nuovo anno accademico, ogni singolo ateneo ha deciso di far fruttare l’esperienza vissuta riorganizzando la propria offerta didattica in modalità mista, ovvero in presenza e a distanza. Ma se la modalità da remoto è stata solo da perfezionare, è nella riorganizzazione delle lezioni in presenza che le università si sono dovute adoperare di più in questa ripresa delle attività.
Frequentare in presenza
Per garantire il rispetto di tutte le norme di sicurezza, le aule delle facoltà italiane hanno visto ridurre la loro capienza del 50%. Ciò ha reso necessario attivare un sistema di prenotazione dei posti attraverso sistemi digitali creati ad hoc e raggiungibili da siti web o, in alcuni casi, da app mobili. Lo studente, in base al numero di matricola, verifica il turno di frequenza. Successivamente, accedendo con le proprie credenziali, sceglie l’insegnamento di suo interesse. Infine, invia la propria richiesta di prenotazione, solitamente entro 24 ore prima dell’inizio della lezione. Questo sistema risponde a una duplice esigenza, la garanzia del posto prenotato, e il tracciamento dei ragazzi che saranno fisicamente presenti a lezione. Ovviamente utile nell’eventualità di positività al Covid-19. Inoltre, nell’impossibilità a recarsi in sede, lo studente ha la possibilità di seguire la lezione da casa.
Il “blended” che premia
L’università allora, riparte col “blended”, ossia in modalità ibrida. Un mix di modalità è, come abbiamo visto, il trend scelto dagli atenei italiani in questo nuovo anno accademico. Una decisione che sta risultando premiante visti i primi dati delle immatricolazioni. Le università pubbliche di Palermo, Milano Bicocca e Pavia hanno fatto registrare un incremento sul 2019 rispettivamente del 23, 20 e 28 per cento e ancora Padova con +11,5%. Primi dati molto positivi anche nel Mezzogiorno. La decisione di tanti studenti di restare nelle regioni di appartenenza, per via dell’emergenza sanitaria, ha prodotto un incremento delle immatricolazioni nei tanti atenei del Sud. Il dato forse più significativo è quello dell’Università della Calabria che ha annunciato una crescita del 60 per cento rispetto alle preiscrizioni del 2019 determinando la necessità di aumentare i post in ben dodici corsi di laurea.
Socialità è sinonimo di università
L’università è da sempre uno dei teatri più importanti nella vita sociale di milioni di ragazzi. Relegarla dietro al freddo schermo di un computer è stata, ed è in parte ancora, una necessità. Ma frequentare l’università significa viverla in presenza per condividere le proprie passioni, i propri progetti, paure, gioie, appunti, libri, parole, obiettivi con i compagni di corso. Significa guardarsi in faccia, fare nuove conoscenze, integrarsi, sperimentare nei laboratori, studiare nelle biblioteche. Vuol dire affrontare ogni giorno una nuova “esperienza” che ti segnerà per tutta la vita. Questo è il senso profondo della “vita universitaria” e va da sé che non ci può essere “vita” senza la possibilità di viverla di persona.
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