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Giovani collezionisti

giovani collezionisti

di Giosuè Prezioso, Associate Professor & Academic Coordinator

Un mercato in esplosione

Franz Kafka sosteneva che la “gioventù [è una cosa] bella perché ha la capacità di vedere la bellezza”. Poco si può discutere sulla veridicità di queste parole, dal momento che, forse come mai prima, ci troviamo di fronte ad una delle ‘young generations’ (YG) più coinvolte di sempre nell’arte. Potrebbe suonare strano, specialmente se si prendono per buone le solite tirate di orecchie della ‘old generation’, dove tutto ricade in un entropico “o tempera, o mores” e i giovani vengono ingiustamente catalogati come passivi, disinteressati e poco coinvolti. Affermazioni che potrebbero trovare, forse, riscontro in altri campi.

I dati sui giovani collezionisti

Il gruppo AXA, fra i più grandi e prestigiosi al mondo in materia di assicurazioni (anche dell’arte), rivela che il segmento ‘young’ dei collezionisti rappresenta una percentuale fra il 15 e il 25% dell’intero mercato. Questa percentuale, secondo Bain & Company, toccherà punte del 45% entro il 2025. Ma a dare una prospettiva più specifica sul fenomeno è uno studio-puzzle di Artsy; esso agglomera risultati rassicuranti in materia, definendo perché e dove queste nuove leve del mercato dell’arte diventano attori primi di questo complesso sistema. Sul perché si cita uno studio dell’U.S. Trust in cui, in una scala di ragioni relative all’acquisto di arte, la YG dimostra un netto orientamento economico-finanziario rispetto agli altri collezionisti (Gen X e Boomers).

L’arte ha un valore finanziario, non solo estetico

I giovani vedono nell’acquisto d’arte una ragione “di rifugio sicuro in mercati volatili”, “un asset per la costruzione di un capitale” e “un asset in previsione di vendita per un ritorno veloce.” Le altre classi di collezionisti dimostrano invece un approccio più estetico e virtuale, relegando all’acquisto d’arte un “valore estetico” e “un investimento destinato a crescere di valore nel tempo.” Può desumersi dunque che il nuovo – e forse anche futuro – trend del mercato dell’arte virerà sempre più verso transizioni veloci, dinamiche e di scambio e quindi verso un mercato più fluido, rapido, connesso e dal ritorno immediato. Un collezionismo che forse non si affiggerà più alle pareti per diventare eredità. Un asset da trasportare sotto braccio e regolato da transazioni più ritmate e rapide.

Il valore dell’arte sul web

Dove. La risposta, in questo caso, è forse semplice: il WWW. Nel solo anno 2017-2018, la YG è passata dal 69 al 78% in termini di acquisto e rivendita online. Quasi 8 collezionisti ‘young’ su 10 hanno usato il web per fruire del mercato dell’arte – contro il 53% della categoria ‘business owners’. E la fiducia nel mezzo è così crescente, che le operazioni sul web diventano sempre più voluminose e dal tariffario più alto. Secondo uno studio di Bloomberg Tic Toc, il 17% dei millennials ha speso oltre 100,000 dollari per un acquisto d’arte online nell’ultimo anno. Questa percentuale destinata a crescere, così come a crescere è la fiducia nel virtuale. Il recente report di Hiscox rivela che, in 5 anni (2014-2019), il fatturato del mercato dell’arte online è cresciuto di quasi il 200%. Un tasso di crescita medio annuale stimato al 15% – alla stregua delle industrie di broadcasting e investment banking.

Il mercato virtuale dell’arte

Non da meno è il risultato storico raggiunto da un acquisto effettuato su Instagram. L’opera datata 1982 di Jean-Michel Basquiat del valore di 24 milioni di dollari, che ha avuto come autore il prestigiosissimo Brett Gorvy, fra i mediatori di punta di Christie’s, la casa d’aste più grande al mondo. Nonostante il 68% degli ‘affacciatisi’ al mondo dell’acquisto virtuale d’arte esprima ancora preoccupazioni in materia, la crescita, il volume e la fiducia sembrano inarrestabili. La YG sta facendo del virtual la vera e propria piazza di scambio del futuro – e del presente. D’altronde, il web e il virtuale non solo restituiscono l’immediatezza della transazione, lo storico delle comunicazioni e la comodità di visualizzare i pezzi comodamente, ma anche la notorietà, l’esposizione, il senso di prestigio e brio che sono insiti dell’anima social.

La sfida del mercato fisico dell’arte

La grande sfida della struttura fisica del mercato dell’arte, infatti, sarà quella di proporre un sistema altrettanto dinamico, fluido, veloce e visivo, visualizzabile, che è alla base del nuovo need commerciale del collezionista young. Un collezionista sicuramente partecipe, attivo, dinamico e d’affari, ma altrettanto immediato, influente e bonariamente aggressivo verso un sistema di tradizioni complesse. Ci si affida dunque alla visione di Kafka: la “gioventù [è una cosa] bella perché ha la capacità di vedere la bellezza.”

Photo by Igor Miske on Unsplash

OCL

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