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Il valore dell'intuizione

di Andrea Bellezza, Innovation researcher e consultant

È nell’intuizione che l’altro diventa io e l’io altro. Ed è l’intuizione che accompagna alcuni dei momenti più significativi della storia della scienza e della cultura.

Le origini dell’intuizione

Il lampo, la fiamma, l’improvvisa chiarezza – Hermes-Mercurio, Prometeo – passando per il mitico grido nudo di Archimede – ‘Eureka – Ho trovato’, fino al leggendario pur forse un pò gonfiato aneddoto della famosa mela di Sir Isaac Newton, transitando per Jung, Pauli, Calvino, Malinowski, Kandinskij, per citare solo i primi che mi vengono in mente ed ammiccare ai tantissimi altri. Sino alla suggestiva convergenza in spazi, tempi e modi diversi tra il Leopardi di ‘Nulla si sa, tutto si immagina’ e l’Einstein di ‘Imagination is more important than knowledge’. Fino ad oggi. All’intuizione di un nuovo mondo possibile. Cosa significa economia? Semplicemente gestione della casa. O in altre parole rinnovare costantemente il patto di continuità tra presente e futuro. Elinor Ostrom, prima donna ad aver vinto un Nobel per l’economia, scandisce i tratti di una società ‘super organismo‘, le cui condizioni vitali, per l’intero sistema e per ognuna delle parti, sono: essere altruisti, salvaguardare le persone e le risorse, calibrare in maniera lungimirante le decisioni per autorità e le decisioni collettive, minimizzare la disparità in termini di accesso e condizioni di partenza, eliminare lo sfruttamento, automatizzare i meccanismi di risoluzione dei conflitti. Una questione etica? Morale? Forse, ma non necessariamente. Innanzitutto una questione biologica. Il passaggio dal ‘gene egoista’ al ‘gene altruista’. Ovvero una questione di sopravvivenza.

L’intuizione e l’altruismo

David Sloan Wilson, evoluzionista dell’Università di Binghamton, afferma che solo grazie all’altruismo genetico si è formata la vita, e solo rinnovando tale principio questa potrà continuare a perpetuarsi. Se è vero infatti che l’egoista spesso assume su di sé il potere all’interno di un gruppo, sono poi i gruppi altruisti e armonici che, funzionando meglio, risultano più adattivi e raggiungono nel medio periodo condizioni di benessere. In questo caso non si parla di pensieri o emozioni, ma precipuamente di azioni. Sono i gruppi altruisti quelli che risultano vincenti. Geni, cellule, animali, perché questo non dovrebbe valere per donne ed uomini? Tutto ciò ci riporta alle inestinguibili metafore della natura, ed evoca il grande letterato Goethe che, benanche meno nota rispetto alla scrittura, portò avanti un’intensa e illuminante attività da botanico.

L’intuizione e l’intelligenza collettiva

Egli teorizzò già ai tempi qualcosa che oggi questa scienza comincia a riconoscere, considerare e dimostrare, ovvero la capacità di costituire un sistema unico e armonico: le piante comunicano e collaborano ai fini del benessere del sistema! C’è una interessantissima anche se ancora velata convergenza tra quelle che potremmo definire intelligenze destre e sinistre, tra modelli apparentemente inconciliabili, come quello dello sviluppo verticale della piramide e quello orizzontale e circolare del cerchio, o per dirla alla Raworth della ‘ciambella’. L’intuizione di una nuova e possibile evoluzione. E proprio a partire dall’intuizione. Su questa si può lavorare, massimizzando il contributo delle scienze tutte e delle arti, dell’intelligenza razionale ed emotiva. Cominciare a capire da dove, quando e perché viene l’intuizione, come definirla, individuarla, stimolarla, addestrarla, orientarla. O forse innanzitutto come amarla e porla al centro di qualsiasi conoscenza, di qualsiasi esperienza, come fondamento del percorso educativo di ogni essere umano che scopre il mondo e perciò se stesso, e così ne vive il più alto e pregno senso. Cominciamo a realizzare compiutamente quell’ontologia vivente che Pierre Lévy definiva intelligenza collettiva, un’intelligenza distribuita ovunque, valorizzata incessantemente, armonizzata in tempo reale. L’incontro continuo di vite, esseri, menti, un intenso lavorio cerebrale, culturale, vitale, l’intelligenza fibrillante degli esseri umani che sgorga in nuove pratiche e nuovi processi. L’opportunità dell’accesso e del beneficio a superare la logorata necessità del possesso compulsivo e dell’ingordo sterile accumulo.

La consapevolezza di un nuovo concetto di valore, non determinato solo dalla quantità di risorse, ma dall’intensità (benessere psico-fisico) e dal tempo che ci permettono di beneficiare di tali risorse (V = R x I x T).

Il valore dell’intuizione per la comunità

La società diventa di nuovo una comunità, una gemeinschaft – con buona pace dell’indimenticato Tönnies. Risorge la consapevolezza eco-sistemica, l’empatia, la collaborazione.

Una comunità glocale – il famoso ‘villaggio globale’ di McLuhan, fondata sul valore di un’umanità felice e sostenibile.
Ritrovare la fiducia, con cui le persone si affidano e vogliono affidarsi agli altri.
Il benessere, e soprattutto senza più paura, la felicità.

Ripartiamo da dove eravamo partiti, sempre gli stessi e sempre nuovi, come lungo la spirale de ‘l’eterna ghirlanda brillante’.

‘Il Maestro – l’essere umano – non è capace di separare il lavoro dalla passione, né la vita dall’amore. Egli solo persegue l’orizzonte dell’eccellenza, ma già felice nel solo passo.’

“Quale dunque il senso dell’essere umano?
Esser le stelle”.

Questo, la leggenda vuole, rispose ai suoi discepoli il grande filosofo di Samo.

OCL

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